mercoledì 31 dicembre 2014

Saluti al 2014

Per terminare questo 2014 in compagnia ho deciso di scrivere un racconto che richiami le parole del mese che sono emerse nel blog di Romina Tamerici l'anno scorso (2013). Avrei voluto utilizzarle prima, ma oramai sapete come sono... E poi così mi sembra più carino.
Buona lettura!
Buona fine dell'anno.
E ci rivediamo nel 2015. ;)

Sentivo l'emozione e l'ammaliamento che mi provocava. Al tatto era così serico, come mai pelliccia prima d'ora, e il suo verso mi seduceva e vellicava la mente.
Forse era quella, quindi, la magia degli unicorni. Il superno animale, che in precedenza dimostrava una certa albagia, chinò il muso verso di me e io potei abbracciarlo. Il suo corno algido mi sfiorò la pelle scoperta delle spalle, ma non provai freddo.
All'improvviso un barbaglio nella soffusa notte e poi un fascio di luce accecante colpì in viso sia me sia lui. Fu l'inizio del parapiglia, imperocché l'unicorno s'impennò nitrendo e il suo corno infigardo, che prima mi sfiorava delicatamente, riuscì a procurarmi un taglio alla base del collo.
Io caddi a terra con un urlo, la creatura fuggì e lo stregone che era venuto a cercarmi spense la sua magia e subito mi soccorse. Dovetti fare una prova di forza per evitare d'iniziare un alterco, mentre lui mi snocciolava un sesquipedale panegirico sul fatto che le streghe non possono entrare in contatto con le anime della luce.
Quanta saccenza e arroganza, solo per non scusarsi dell'errore. Qualsiasi animale avrebbe reagito così. E solo per non voler ammettere che non è quello che siamo, ma come ci comportiamo, a creare il nostro destino.
Però non importa. Tornerò a cercare l'unicorno, di nascosto.

giovedì 25 dicembre 2014

Buon Natale 2014!

Prendendo due piccioni con una fava, partecipo alla parola del mese di Romina Tamerici e vi auguro, con entusiasmo e una piccola poesia, un sereno Natale!
E buone feste in generale, che vi portino almeno un sorriso e una stretta di mano.


Mi affabulavano le carole e le risa
Desideravo anch'io poter raccontare
Con piccole magie incantare
Tra un baluginare dell'algida neve
E una pletora di sgargianti regali.

Ma ancora di più desideravo
In pace gioire e amare
Come quel qualcun di speciale
Di cui questa è la vera festa
E donando il mio cuore infine scoprii
Che stare assieme era il più
Importante messaggio,
L'unica autentica commissione
Che ci porta e ricorda
La bontà e felicità del vero Natale.

martedì 23 dicembre 2014

Limerick: la Strega di Londra

Che cos'è un limerick? Cliccando arriverete al blog di Romina Tamerici, che ve lo spiegherà magistralmente.
Io mi limito, ispirata da lei, a tentarne uno! Come i bambini, ora che ho scoperto questo nuovo gioco lo devo usare e provare. Sarà inoltre l'esperimento del mese, nonostante il mese sia oramai finito!
In verità non mi è molto chiaro un dettaglio... Però penso ci potremo aiutare a vicenda.
Vorrete proseguire e tentare con me nei commenti?



C'era la Strega di Londra
vestita sempre e solo d'ombra,
sbuffava su ruote opache
e strillava come più oche,
la motrice Strega di Londra!



domenica 7 dicembre 2014

Lettura "Inverno di Pece" e "Basta violenza" di Marco Lazzara

Questo bellissimo regalo da parte di Marco Lazzara, autore di Incubi e Meraviglie, merita un post tutto per sé.
Marco si è proposto per leggere una mia poesia... E ha creato questo video dove ne ha fuse due! Per la precisione, "Inverno di Pece" e "Basta violenza". Entrambe rintracciabili nel blog (della prima troverete anche una versione inglese).
Una scelta accurata, una buona lettura e un ottimo effetto, a mio parere.
Ma ora basta parlare... Visitate la sua pagina G+ e ascoltate il video qui inserito.



martedì 25 novembre 2014

Basta violenza

Oggi doppio post, perché reputo sì importante il mio libro, ma ancora più importante è lottare per i diritti. E dire basta alla violenza!
Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e voglio anch'io dare il mio piccolo contributo, con una poesia.
E incoraggiare soprattutto le donne a prendere le redini della propria vita: siete stupende, non fatevi rovinare più da chi è marcio. Prima che sia troppo tardi.


Sollevi piano lo sguardo
pulsa il viso ora violato,
per te era un baluardo
colui che ha picchiato.

Sono lacrime, bruciano;
le forze, abbandonano.

Non perdonare, ma lascia
il mostro che parla e mente,
la sua parola è biscia,
sol velenoso serpente.

Non ama se ti maltratta,
non divenir assuefatta.






Gioielli della Natura - lettura poesia

A un mese preciso da Natale mi permetto una pubblicità personale, tramite lettura di una mia poesia.
"Gioielli della Natura" è il primo componimento nella sezione "Elementi" della mia raccolta poetica, Cristalli di Vita. Al link troverete tutte le info necessarie riguardanti il libro!
Buon ascolto.




giovedì 20 novembre 2014

Pitch Black Winter

I decided to translate my poems from italian to english. I'm not very good at it, but it's time to do and to exercise. So I begin with "Inverno di Pece", that becomes "Pitch Black Winter".
Hope you enjoy it!



Sparkling snowflakes

are dancing in pitch black.

Frozen scars

That rise from the dark.

You have to hold your soul

Before you’ll lose it.

You walk fast

In the slow winter.

You cannot save yourself

From the flashing darkness.


lunedì 17 novembre 2014

mercoledì 12 novembre 2014

Liebster Award 2

Questo mese ritorno con un'autocelebrazione: ho ricevuto la seconda nomina per il Liebster Award!
Non me lo aspettavo proprio e ne sono veramente felice. Stavolta mi è giunta da Marco Lazzara, nonostante non abbia un vero e proprio blog, ma la sua bella pagina G+.


L'occasione presente delle regole un pochettino cambiate... Quindi, oltre ad inserire l'immagine, rispondere alle domande di Marco e alla nomina di altri blogger (non ho ben capito quanti, per cui farò a sentimento) con nuove domande, andranno raccontate anche 11 cose su di sé.
Siccome sarà un post estremamente lungo anche per i miei standard, iniziamo!


lunedì 3 novembre 2014

Antologia "Vivo da Poeta" - Società Editrice MonteCovello


Posso annunciare la mia presenza anche nell'antologia "Vivo da Poeta"
In compagnia di altri 60 poeti contemporanei, troverete le nostre autobiografie romanzate, le nostre foto e una poesia a testa. Ringrazio sempre la Società Editrice MonteCovello, con cui ho pubblicato anche la mia raccolta poetica, per questa opportunità.
L'antologia potrete ordinatela cartacea, ricercarla nei principali store online o procurarvene l'ebook.
Buona lettura!

martedì 28 ottobre 2014

Incubi, meraviglie e parole stentoree

Prendo due piccioni con una fava e in un unico post continuo la nomination giuntami da Drama Queen, collaborando anche con l'iniziativa mensile di Romina Tamerici.
Questo post a catena nasce da Marco Lazzara, ispirandosi al titolo del suo libro Incubi e Meraviglie (disponibile anche ebook).
Passiamo quindi ai fatti!

Le tre regole sono:
1- rispondere alle due domande;
2- inserire nel post l'immagine della copertina del libro;
3- scegliere due persone a cui passare il testimone.


L'immagine ora c'è, per cui andiamo alle domande.

1) Quale è stato il vostro peggiore incubo?
Iniziamo da un incubo notturno. Per anni e anni ho sognato un uomo. In realtà sono pure anni che non lo faccio più... Diciamo che non ricordo la prima volta che l'ho sognato, ma ero alle elementari, e l'ultima volta alle superiori. Una delle due cose paradossali di quest'incubo è che quell'uomo non l'ho mai visto in volto se non negli ultimi sogni, ma so che era sempre lui. Mi inseguiva e mi inseguiva e io scappavo. Verso gli ultimi sogni quasi mi prendeva, mi arrivava molto vicino tanto che lo vedevo in viso, ma io scappavo ancora. Mi salvavo sempre, ma lui non rinunciava mai. L'altra cosa paradossale è che quell'uomo era fisicamente simile al mio ideale maschile.
Se invece parliamo di incubi reali, non perdo tempo a spiegarli. Due parole sono più che sufficienti, siccome le sento urlare stentoree il loro senso: mediocrità e fallimento.


2) Cosa vi desta maggiore meraviglia? 
Taaante tante cose. Penso farò una lista, ispirandomi a Drama.

- I bambini. Niente da fare. Primo posto!
- Quelle cose costruite in modo non convenzionale... Tipo oggetti di casa rovinati o rotti e poi reciclati e riutilizzati, trasformandoli in altri oggetti funzionali.
- Libri e film. Arte grafica. Alcune musiche, soprattutto se strumentali ed epiche. Illustrazioni. In particolar modo le illustrazioni di Anne Stokes.
- La natura. Devo ringraziare lei per il 90% delle mie poesie!
- Anche gli animali domestici. A metà strada tra natura e bambini...
- Le leggende e l'esoterismo... Vorrei coltivare meglio questa passione, tra l'altro.
Ci sarebbero anche altre cose, ma in quel caso diventerebbe una meraviglia negativa e non mi pare il caso! Quindi penso di aver detto le cose principali. :)


Risposto alle domande, dovrebbero esserci ora le nomination...
Per cui chiamo a rispondere Romina Tamerici, anche se sospetto che lei sia già stata nominata...
E poi chiamo LaTittiInFabula, sperando che sia questa un'occasione per lei di pubblicare qualche nuovo disegno a tema. ;)






Questo post partecipa all’iniziativa Una parola al mese. La parola di ottobre 2014 è stentoreo (al link maggiori informazioni).

mercoledì 15 ottobre 2014

Intervista: Valentino Eugeni e "La voce di Nero"


Ebbene, oggi si cambia, con un post diverso. Mi avventuro anch'io nel tentativo di creare un post-intervista per un mio amico e scrittore, Valentino Eugeni. Ma lascio a lui la parola, per presentarsi e parlarci del suo ultimo lavoro, La Voce di Nero.
Pronti? Via!


mercoledì 1 ottobre 2014

Foschia



Offuscata vista
verso il tramonto,
quanto dista
l'umida notte?

Echi sono questi
di pioggia leggera
mentre lesti
i raggi svaniscono.

Eppure tra essi
ancora si abbozza
con tenui riflessi
l'ultimo sole.

sabato 27 settembre 2014

Poesia visiva: componimento arzigogolato





Questo post partecipa all’iniziativa Una parola al mese. La parola di settembre 2014 è arzigogolato (al link maggiori informazioni).







Immancabile, ecco il post del mese. Anche questa volta consisterà in una poesia, ma assai diversa dal solito: una poesia visiva!
Non saprei quanti di voi le conoscano. Io la scoprii ancora anni fa, grazie a mio cugino Armando Bertollo (al link biografia e altre informazioni).
Ho sempre pensato che fosse una composizione futuristica, intricata, elaborata, ricercata... insomma, arzigogolata e molto bella! Perché, a differenza di una poesia "comune", essa è metricamente libera, ma "vincolata" alla disposizione grafica sul foglio. Disposizione che dovrebbe rendere un'ulteriore idea di ciò che viene scritto, evidenziare le parole chiave e via dicendo.
[Commento banale: se non vi fosse chiaro cosa intendo, pensate ai libri di Geronimo Stilton... ma elevateli]
Giusto per concludere, vi caricherò una mia prova in formato immagine (non potrei mai tracciarla direttamente sul blog e non sono in grado con la grafica)... Augurandomi di aver centrato il segno e di non far accapponare la pelle a chi se ne intende di più.



martedì 16 settembre 2014

Lieto fine: da evitare?

Spesso ho sentito dire che il "lieto fine" è banale e scontato. Sempre più spesso, noto gente che predica di evitarlo o che comunque predilige sempre o quasi sempre il suo contrario. Ma siamo sicuri che sia giusto così?

LIETO FINE
Che cos'è il lieto fine?
Quando una storia giunge a una conclusione positiva, allegra e che trasmette, per lo più, speranza e sorrisi. Dal semplice risveglio del protagonista dopo l'ultima battaglia in un mondo finalmente in pace al suo fidanzarsi con la donna che fa per lui.
A me piacciono moltissimo questi finali, ma conosco sempre meno persone che la pensano così.

Le accuse che più frequentemente gli ho sentito rivolgere, e che accennavo in apertura, sono state:
- sono banali
- sono irreali
- sono forzati
- fanno scadere il racconto
- sono troppi

E qui mi fermo. Logicamente per alcuni può essere più che vero, senza dimenticare che i gusti sono soggettivi. Ma forse il problema non è il lieto fine in sé...

L'ALTRA FACCIA, IL BAD ENDING
Bisogna considerare che se si vuole escludere il lieto fine (e fingere che non esistano i finali aperti, i quali potrebbero meritare un post tutto da soli) si giunge forzatamente al loro antipodo: il bad ending.
A dispetto di quello che dice il nome, non è necessariamente una cosa "negativa", nel senso proprio del termine. Può limitarsi a un finale triste, senza tragicità, o ad uno che si percepisce non essere il migliore né il più felice.
Sinceramente, spesso trovo "inutili" i bad ending (parere puramente personale). E sono una deliziosa arma a doppio taglio: sono molto più vari dei loro opposti e se fatti bene vengono amati nonostante tutto, ma se non "funzionano" rovinano per intero il ricordo della storia precedente, particolarmente se era un racconto con una certa pesantezza.
Inoltre, ve lo immaginate un mondo con solo trame che finiscono male?

INNOVARE GLI ELEMENTI
Penso che, come spesso nella scrittura, la soluzione sia chiara: piuttosto che evitare una cosa, questa va riportata allo splendore degli albori o, meglio ancora, innovata. Sapendo scrivere, anche se dovrebbe essere sottinteso.
Come innovare un lieto fine? Bella domanda. Ma nelle arti non esiste la ricetta magica, per cui ognuno dovrebbe trovare la propria strategia e non farla diventare banale. Se ci pensiamo bene ci sono mille modi per far finire positivamente una storia, senza necessariamente scadere nei soliti cliché o riuscendo a variare quell'elemento che rende più apprezzabile un finale altrimenti usuale (spesso mi viene da pensare al finale del primo Dragon Trainer o a quello di Frozen). Ovviamente noi ora siamo abituati al trita-ritrita "commerciale" o adolescenziale: questo però non vuol dire che un lieto fine generico sia da scartare per principio. Come d'altro canto non possiamo nemmeno "lasciare andare" la storia a poche pagine dalla fine perché "tanto finisce bene".

CONCLUSIONE 
Questa è, per lo più, la solita battaglia tra commedia e tragedia. I generi sono non poco influenti: un horror "come si deve" difficilmente avrà un lieto fine, mentre d'altro canto un racconto per bambini non terminerà con un bad ending.
Credo sia sciocco dire che uno dei due vada evitato: certo che quando parte la "moda" di uno o dell'altro il peso si sente assai. E be'... a volte bisogna comunque ricordarsi che le storie e i racconti non sono verità universali, ma scorci di possibilità: quindi se anche tutti si aspettano pessimisticamente un finale "cattivo"... non è poi da schivare o screditare quello "buono".

E voi, cosa ne pensate? Quale preferite? Come finiscono di solito e cose che voi scrivete?

venerdì 29 agosto 2014

Pedisseque





Questo post partecipa all’iniziativa Una parola al mese. La parola di agosto 2014 è pedissequo (al link maggiori informazioni).







Sono pedisseque
le lettere e le parole
secondo la volontà
di colui che le scrive;
sono pedisseque
le stagioni e la natura
secondo l'ordine
scandito ai primordi;
eppure anch'esse,
lettere e stagioni,
talvolta prendono altre vie
e diverse decisioni,
sovversive e caotiche
ricordando che nulla mai
è saldo e deciso già.

sabato 23 agosto 2014

Sicilia - racconto di una vacanza

Uno dei (piacevolissimi) motivi per cui il blog si è sentito solo quest'estate è stata la mia settimana in Sicilia. Prima vacanza da sola, prima volta in aereo. Insomma, da ricordare per tantissimi motivi!
E ho pensato di scriverne un "tributo" finché è ancora fresca, con un racconto un po' surreale e nonsense. Spero vi piaccia! 

 In foto, Villa Bellini, il parco centrale di Catania

Tutto iniziò con un drago. Un drago! Anzi, era un intero nido di draghi. Chi l'avrebbe mai detto che ne esistessero ancora, così tanti e proprio a Venezia? Quello che avrei dovuto cavalcare io, comunque, era indubbiamente il più bello. Bianco lucente, scaglie metalliche perfettamente lisce, ali ampie e membranose. Aveva anche quattro corna blu, puramente estetiche ed aereodinamiche, con protopiume azzurre che gli percorrevano la linea della schiena e il retro delle zampe, arrivando fino alla punta della sua doppia coda dalla punta blu. Ruggiva molto, ma rimaneva mansueto in attesa che io e i miei improvvisati compagni di viaggio salissimo. Devo ammettere che m'intimoriva non poco, ma costrinsi le mie gambe molli a restare salde e accomodarmi in groppa: ho sempre amato i draghi e non avrei certo permesso a uno di loro di farmi scappare di gran carriera!
Tra l'altro l'animale fu bravissimo, educato e rapido, obbediente e sicuro. Una meraviglia! E stare in sella non era niente male, fresco e comodo a dispetto delle apparenze. Scesi comunque di buon grado in quella terra baciata dal sole di Catania, dove ho scoperto esistere un altro nido! Forse devo informarmi un po' di più, sulla questione dei draghi.
La mia amica e ospite mi attendeva lì vicino e mi accompagnò fino a casa sua, facendomi costeggiare quell'acqua di un luogo che secondo me non poteva essere la Terra, quel puro specchio di cielo umido che loro chiamano mare. Mi indicò la casa di Polifemo e i massi che egli scagliò contro Ulisse, portandomi fino a dove vissero Aci e Galatea. E proprio lì, ad Acireale, scaricai i miei bagagli. Vorrei dirvi che lo feci in agosto, ma a quanto pare sono confusa io. In piazza c'era il carnevale! Tre soli carri, un po' poverello... In ogni caso, caldo per essere circa marzo!
Ma passiamo oltre.
Diciamo che ho intrapreso un cammino di fede, su quell'isola che non sembra Italia. Senza contare poi tutta la pioggia che ha fatto al Nord, mi sembrava di essere proprio in un altro mondo. Però insomma, ho vagato per chiese poco illuminate, sentendo ripetere più volte la frase "quando c'è quel santo si fa una festa un po' pagana che..." e tutt'ora mi sto chiedendo se la fede che conoscevo fosse quella cattolica o quella greco-romana. Di certo un po' pagano lo è ciò che più mi è rimasto impresso della cattedrale di Acireale: una maestosa e rovinata meridiana a pavimento, con i segni zodiacali. Ne voglio una anch'io!
Giustamente, però, a camminare viene fame, quindi perché mai rinunciare al cibo della Sicilia? Granite, brioche, pesce spada, arancini, gelati ipercalorici, spuntini notturni (o come preferisco dire, si cenava presto la mattina. Tipo spaghettata con wurstel alle 3:30), cannoli, pizza siciliana... e pistacchi. Pistacchi, pistacchi ovunque! L'invasione dei pistacchi era cominciata, e nessuno me l'aveva detto. Ma ho vinto io, ovviamente. Il mio attacco "C'è il pistacchio? Lo prendo!" ha funzionato alla grande. Pressoché con tutto, tranne per il pesce. Sono sicura però che quello è stato solo uno spostamento furtivo del pistacchio... chi l'avrebbe mai cercato nel travestimento da pesce? Va be', un punto glielo concedo.
Con tutto quello che avevo mangiato, come ben penserete, in qualche modo dovevo pure smaltire. E fu così che venni scaraventata nell'universo parallelo del mare con gli scogli. Insomma, ce la vedete una biondina pallida che non sa nuotare, pure in formato galleggiante e col costume azzurro acqua, che si inerpica sugli scogli sprofondanti negli abissi del Mediterraneo? No? Eppure ero là. E la mia amica ha riso parecchio. Logicamente non bastava la situazione già assurda di per sé. Tanto per dire, la completa mancanza di alghe sulla superficie si spiega per il doppio strato che cresce su quelle benedette rocce irregolari: scivolavo tre volte in più di quello che avrei voluto. E così, anche se l'acqua per quei due metri mi arrivava circa alla pancia, mi divincolavo come se ne andasse della mia stessa vita. E intanto un bambino di due anni si "sbeffeggiava" di me, imparando a nuotare con i suoi due bei braccioli e quello sguardo stoico: indivia! Senza parlare del riccio di mare, il quale è riuscito a pungermi sotto un piede nonostante avessi le ciabatte. "Ok" mi sono detta "andiamo a sederci sugli scogli e stiamo ferme lì". E sembrava la scelta del secolo, comodo, l'acqua che mi rinfrescava, il sole che non picchiava, la mia amica che mi faceva conoscere tanti piccoli Bernardo (non conoscete Bernardo? Vergogna! ... In verità fino a un paio di anni fa nemmeno io, sono i paguri. :D ) e niente più scivoloni e ansia. Perfetto ed idilliaco, fino a quando non ho sentito il primo pizzicare. Allucinazioni, dai. Altro pizzichio. Non è che sia un altro riccio, vero? Ennesimo pizzichio. Magari ho un taglietto e l'acqua quando arriva ci passa sopra. "Sarà un granchio" scherza la mia amica. Ma lo era sul serio!!! Quindi niente, ho dovuto cambiare scoglio perché quel granchietto pervertito continuava a molestare con insistenza il mio fondoschiena. La prossima volta che lo fa, lo denuncio!
E' andata invece meglio la nuotata sulla spiaggia di sassolini. Perché be', in quella ridente landa mica possono avercela una spiaggia normale, no? In ogni caso ha funzionato. Un po' perché la discesa era più dolce (ma comunque brusca per i miei standard) e un po' per non sentire quei fastidiosi sassi, signore e signori, vi posso annunciare che nei miei avanzati 22 anni di vita ho imparato a nuotare! Venghino tutti ad ammirare l'eleganza da gatto fradicio che scappa dal bagnetto... però ora posso dire che so più o meno nuotare!
Forse è stata la stella di Stazzo a guidarmi. Oppure la magia che ogni notte, limpida e sempre più chiara per la luna piena, mi donava, grazie anche alle "piccole" eruzioni dell'Etna. Pure il vulcano, per me, era una prima volta. E che prima volta! Visto da una terrazza, con una splendente luna sopra di noi, una colorata Zafferana sotto di noi, un oscuro mare in lontananza dietro di noi e l'Etna che fiammeggiava nel nero innanzi a noi. Ma forse, meglio ancora, è stata la breve uscita in montagna, quella fresca montagna che tanto per me sapeva di casa (che poi, giuro: ero convinta che in Sicilia non ci fossero montagne se non l'Etna, almeno non nel suo versante orientale), con quelle altissime vampe, quel faro notturno lassù nel cielo che così luminoso in vita mia credo di non averlo visto mai, quel manto celeste così azzurro che dopo il tramonto mai pensavo avrei visto e le stelle cadenti. Due nonostante il chiarore, e mi sono state più che sufficienti.
Tanti paesaggi che immaginavo soltanto, che ancora adesso a ricordarli mi si stringe il cuore e sospiro come un'innamorata. Come il mio primo mare, illuminato, nel cuore della notte. Sì, è veramente romantico. Quante poesie, quanti racconti ne potrei estrarre!
...
Bene. Ora che sembra un semplice resoconto posso anche affidarvi questo segreto... A dire il vero, sono tre.
Il primo e meno pericoloso è quello della Macchina Mannara. Non ridete, sono seria! La notte di San Lorenzo, con quell'incredibile plenilunio, la Macchina Mannara ha deciso di mostrarsi a noi. "Per salire in montagna dobbiamo poi usare un'altra macchina, la mia non ce la fa" ci ha dichiarato la sua proprietaria. E subito, la Mannara ha stretto i denti, rifiutandosi per almeno cinque minuti di aprire il bocchettone. Chiaro che non volesse la benzina... Nessun mannaro che si rispetti vorrebbe mai della semplice benzina. Ma dovevamo andare, siamo quindi riusciti ad imboccarla e poi, una volta fermi all'ombra di Tre Castagni, la sua trasformazione è cominciata: fumava, fumava tantissimo! Siamo scesi al balzo dai nostri posti e lei gorgogliava, caldissima. Forse è stato il segreto numero due ad impedirle di compiere del tutto la trasformazione... Ma di lui vi parlo tra un po'. Comunque be', la Macchina Mannara se ne è stata lì per tutta la sera, apparentemente quietata, ma non aveva ancora finito. Le saliamo in groppa per tornare a casa e lei che fa? Si anima da sé e scende lungo la strada, bellamente ignorando il freno a mano. Sempre il segreto numero due l'ha fermata... Però potete immaginarvi che ritorno con i sensi all'erta abbiamo passato. Mi dicono, comunque, che fino a casa ci siamo tornati tutti, sani e salvi. Nessuno è diventato un Robottino Infetto.
Ora passiamo al punto secondo, già citato due volte (coincidenze?!). Sempre all'ombra di Tre Castagni (forse erano 'sti benedetti castagni il fulcro di tutto?) ho trovato la dimora di... una sorta di demone! Un guerriero fiero e forte, un nobile di alto rango del suo esercito, con una cultura per la guerra simile a quella spartana. Probabilmente anche la Macchina non poteva non rispettarlo e obbedirgli. In ogni caso l'ho conosciuto in borghese, ma si ha combattuto ugualmente. Io che sono mezza strega e in parte cacciatrice mica potevo lasciarmi sfuggire questa occasione, no? Però va be', ero in borghese pure io. Ci siamo accontentati di armi in lattice e battaglie brevissime.
E ora l'ultimo e più pericoloso segreto... Nella notte... Ma questa volta non vicino ai castagni... Il guerriero è diventato l'Oscuro Signore! Ve lo giuro, ve lo giuro! Noi ridevamo, eh, mica si può far vedere che si ha paura. Però intanto ci ha trasformato tutti in goblin. Tutti! Io ero Pustola. Ha cercato di lanciarmi le sue Occhiatacce mortali, me vi è riuscito un'unica volta. Poi, stanco di tutti noi strepitanti servitori, ha dato il cambio a... un secondo Oscuro Signore! E noi sempre lì, a dire "Sì, Oscuro Signore!". Pazzesco. Anche dall'altro Oscuro Signore ho preso un'Occhiataccia mortale, ma finché non te ne scaglia tre lo stesso mica muori. Per fortuna! Anzi, così ho scoperto che pure i re del male si stancano (e non sono imbattibili, ma non diteglielo perché ve le possono scagliare tutte e tre assieme, le Occhiatacce). Penso fosse l'unico modo per tornare da goblin a normali... Però va be', se ne incontrate uno mandatemelo e raggiungeteci: a fare i goblin bugiardi ci si diverte un mondo!
Purtroppo anche questa vacanza è finita. Ho conosciuto anche Liotro, l'elefante catanese, ma non fatemelo pronunciare mai: sembro una mafiosa da film americano. Il resto del siciliano, invece, mi viene abbastanza bene... meglio del veneto. XD
Giusto per concludere, per tornare a casa ho ripreso lo stesso drago dell'andata e anche questa volta è stato magistrale. Applausi ai draghi e ai loro cocchieri! Ehm, cavalieri!


E se non avete capito qualcosa del mio racconto, non preoccupatevi. Sappiate solo che... è tutto vero, in un modo o nell'altro! ;)

Mi auguro invece non vi abbia annoiato. Ho sempre la speranza di strappare almeno un sorriso e farvi sentire, per quanto poco, partecipi con me.
Grazie di aver letto questo mio particolare resoconto!

Voi, invece, come le raccontereste le vostre vacanze?

mercoledì 20 agosto 2014

Le mie "perle" di EFP

Come annunciavo tempo fa, ho deciso di aprire questo post e lo aggiornerò mano a mano!
Ci ho messo un po' a farlo, perché volevo fare una cosa più elaborata (e far comparire i miei aggiornamenti nella barra laterale come mi fu suggerito), ma almeno per ora ho optato per questa cosa più semplice. Anche se sì, finirà un po' fuori vista... E sperando di ricordarmi di aggiornarlo, ah!
Li elencherò in ordine di uscita o "prima uscita" nel caso di storie con più capitoli. E giusto ora è uscito la seconda parte dell'ultima storia!

Se vi va, lasciatemi delle recensioni: lì, se avete l'account, o pure qui sotto (specificandomi cosa state recensendo). Chi vuole può pure sempre mandarmi una mail!
Se ci fossero problemi con i link, fatemi sapere.

All'inizio dell'arcobaleno
La favola dell'amore
Pelliccia Rossa
Harry Jackson e i Pirati dell'Anello (2 capitoli - in corso)

mercoledì 30 luglio 2014

Trasecolare e sinonimi





Questo post partecipa all’iniziativa Una parola al mese. La parola di luglio 2014 è trasecolare (al link maggiori informazioni).






Ebbene, anche questo mese la parola del mese è qui. Questa volta mi rifarò ancora di più al blog di Romina, sfruttando i sinonimi che lei propone e dei racconti in 200 caratteri a catena. Vediamo di fare un lavoro carino!

Meraviglia
I miei occhi furono colmi di meraviglia: quel fiore viola era il primo segno di vita che vedevo lungo quel deserto. Lo sentii come un chiaro simbolo dal cielo.

Stupore
Lo stupore aumentò in breve: un altro bocciolo si schiudeva ad un'incredibile velocità, appena dietro il primo fiore. Questa volta i petali brillavano di rosso vivo e sgomento s'impadronì di me.

Sbalorditivo!
Ero sbalordito. Ciò che era un deserto fino a pochi istanti prima, si rivelava ora un mare di infiorescenze dai mille colori. Così brillanti, così abbaglianti, che mi stordivano e accevano.

Trasecolare
Fu solo quando caddi dal letto che trasecolai. Quel vecchio sogno era tornato da me, dopo circa trent'anni di pace. Ma questa volta sapevo il suo significato: prudenza e mai disperazione.

mercoledì 18 giugno 2014

Rapido messaggio!
Se avete Facebook, vi attendo con un "mi piace" sulla mia fresca pagina: https://www.facebook.com/mariatodesco.marytod?ref_type=bookmark
Così sarete sempre aggiornati e con ordine. ;)
Ciao a tutti.

martedì 17 giugno 2014

Il libro nero dei colori - Cottin Menena & Faria Rosana




Definirla "recensione" è una parola grossa, ma voglio comunque parlarvene. Anche perché ho procrastinato troppo e questo post ormai ha la muffa!
Tale libro lo trovai per puro caso in libreria (sembra una battuta, ok, ma poteva essere un mercatino, in biblioteca, su internet... E poi non lo vidi mai da nessun'altra parte!), in bella mostra sul tavolo della sezione "bambini".
Il titolo, e un po' la forma, mi spinsero a prenderlo in mano e a sfogliarlo incuriosita... questo fu ciò che trovai:

Se avete problemi a leggere nell'immagine: "il rosso è acido come le fragole e dolce come l'anguria, ma fa male quando esce da un graffio sul ginocchio".
N.B.: il disegno della fragola è in rilievo e in alto sulla pagina la frase è scritta in braille.


In quel momento dovetti lottare per non mettermi a piangere commossa! Ah!
Troppo spesso non pensiamo agli "altri", ai diversamente abili, a coloro che hanno qualche sorta di limitazione. Al contempo credo che tutti noi, almeno una volta, ci siamo messi a pensare ai ciechi o ai sordi (ma i colori? Ma la musica?).
Questo libro l'ho trovato semplice e toccante, con una decina di colori descritti. Un modo per lasciare anche ai bambini ciechi di "assaggiare" il senso che non hanno, di vedere per intero il mondo come ne abbiano la fortuna noi.
E' poi sempre anche un modo per tenere vicini genitori e figli, nel momento della lettura e della "scoperta" (passando assieme i polpastrelli su scritte e disegni).
Non so, in qualche modo mi ha dato speranza. E trovo che questo piccolo volume sia qualcosa di veramente unico, che pure una persona vedente dovrebbe conoscere e poter apprezzare.


mercoledì 11 giugno 2014

Parole e fiamme


Brucia il bisogno
di parole e lettere,
di racconti e detti

libri e righe
storie d'ogni tempo
che trapassano il cuore.

Balla la penna
trionfa l'anima
manca il respiro

poiché solo per narrare
c'è voce e forza,
solo per creare.