mercoledì 30 ottobre 2013

Superno destino





Questo post partecipa all’iniziativa Una parola al mese. La parola di ottobre 2013 è superno (al link maggiori informazioni).





Piccolo componimento con versi di cinque sillabe (che mi par d'aver capito si chiamino quinari o pentasillabi, ma c'era tutta una questione sugli accenti...).


Superno fato
conduci i passi,
vegli su di noi
donando grazia
al nostro giorno,
senza mai fermar
il bello o brutto
che può capitar,
però concedi
sempre speranza
per il termine
che ci riservi.

martedì 22 ottobre 2013

Black Butler (Kuroshitsuji) - Yana Toboso


Categoria: shonen.
Prezzo di copertina: 4,50 euro
In produzione.


Inghilterra, anno 1889. Ciel Phantomhive è un conte dodicenne, orfano,  proprietario di villa Phantomhive e della ditta di giochi e dolci conosciuta come Funtom. Al suo fianco ha un fedele, impeccabile e "mero" maggiordomo, Sebastian Michealis, che esegue ciecamente ogni suo ordine. Ma cosa si nasconde dietro alla facciata dei due?


Manga shonen dell'autrice Yana Toboso, lo trovo elegante e ben pensato. Dalla partenza un po' lenta, si arriva ad inoltrarsi in un mondo sempre più definito, in un altalenarsi di vita altolocata e malavita dei bassifondi.
L'autrice sa usare a suo vantaggio elementi e vicende realmente accadute, compresi anche personaggi storici, rigirandoli a suo favore, rendendo la sua storia al contempo fantastica e realistica.
Anche l'elemento del soprannaturale entra pian piano e in modo alquanto discreto, sfiorando quasi il moderno genere dell'urban fantasy.
Grazie alla variabilità del disegno dei personaggi (principalmente, a mio parere, a seconda del ruolo che il personaggio ha), alla cura dei dettagli, all'attenzione all'etichetta e al giusto utilizzo del linguaggio, si viene avvolti nel mondo ottocentesco e ci si ritrova perfettamente immersi in esso. Un risorgimento gotico, in qualche modo, ma ideale, che piano piano, tra strategia e misteri, ci porta a scoprire un mondo degno di nota.
Difetti principali? La storia è lenta nel delinearsi e, se siete persone a cui piacciono di più azione e movimento, in alcuni momenti potreste venirne scoraggiati per una certa predominanza di riflessione e strategia. Ma trovo che si possa ben adattare a tutti i gusti.


mercoledì 16 ottobre 2013

Laboratorio con Davide Longo

Ecco a tutti voi che vi presento (con un ritardo incredibile, di quasi un anno) un laboratorio di scrittura creativa a cui ebbi la grande fortuna di partecipare.
Furono due soli incontri, ma intensi e veramente utili per me. E furono tenuti da Davide Longo, scrittore italiano ed insegnante presso la scuola Holden di Torino.
In questa paginetta/post aprirò un post riassuntivo, con i suoi insegnamenti e le mie osservazioni sui vari argomenti che trattammo, sperando di esservi utile come lo fu per me e di avere nuovi confronti e consigli grazie a voi.
Ci vorrà un po' di tempo perché io li metta tutti, in questi giorni non ho i miei appunti sottomano (e poi vi sarete abituati alla mia lentezza!). Però rimanete in zona. ;)


Storia

Descrizioni

Personaggi

lunedì 14 ottobre 2013

Sottintesi: armi a doppio taglio?

In questo post, il quale è più una riflessione che altro, ho intenzione di parlarvi di uno dei miei peggiori difetti: i sottintesi. Ne abuso decisamente!
Ma procediamo con ordine: magari questo post potrà aiutare anche voi.

DEFINIZIONE
Sottinteso: un concetto, un verbo, ecc., che rimane implicito, cioè non viene espresso da chi parla o scrive, ma viene dedotto e compreso dall'ascoltatore/lettore.

PREGI
Nella vita comune, permette di comunicare con una persona senza che altri ascoltatori indesiderati capiscano il vostro discorso. Non è l'unica strategia, per esempio una delle più divertenti è la creazione di un linguaggio segreto o delle parole codice... Ma non sempre si dispone del tempo o della memoria per creare questo sistema alternativo. In più, sottintentere un soggetto già ripetuto più volte, oralmente o scrivendo, è anche un modo per evitare quella che diventerebbe un'inutile e pesante ripetizione.*
Inoltre, in scrittura, il sottinteso può essere un ottimo punto di partenza per "giocare" con i personaggi: solitamente, nelle commedie, è sempre qualche sottinteso non recepito a scatenare le incomprensioni buffe e divertenti.

*N.B: Ciò vale per lingue definite trasparenti come il nostro italiano, ma in altre lingue come l'inglese o il francese è obbligatorio (regola grammaticale) sempre esplicitare il soggetto, esclusa qualche rara eccezione.

DIFETTI
Si potrebbe finire con il dimenticare il soggetto oppure arrivare a dare per scontato tutto il contesto. Mi spiego meglio.
Se si usasse il soggetto sottinteso per più frasi consecutive, ma il soggetto non fosse l'unico presente sulla scena di cui si sta narrando, si verrebbe a creare un paradosso, non potendo più, chi ascolta, essere sicuro di chi si sta parlando. Probabilmente, a rigor di logica, se il soggetto è sempre sottinteso, ma fino a quel momento si fosse parlato solo di uno, l'ascoltatore continuerebbe giustamente a pensare che ci riferiamo a quel personaggio. Però potrebbe anche cominciare a chiedersi se, invece, non si fosse perso qualche dettaglio per strada, soprattutto se (come capita spesso a me nel linguaggio parlato) si tende a saltare da un punto all'altro del discorso e conseguentemente cambiare spesso il soggetto: dirlo una volta sola e darlo poi per scontato per il resto del paragrafo tende a rivelarsi unicamente problematico.
Caso ancora più chiaro se si pensasse a un unico verbo, ma sempre sottinteso, per una frase ciceroniana.
Stessa osservazione, ma in qualche modo la considero un po' più grave, vale per quando si sottintende il contesto (l'ambiente, l'argomento dal quale è scaturito il nostro discorso, ecc). E' un'altra delle cose che mi capita spesso (nel linguaggio parlato specialmente): passando da un discorso all'altro, tendo a sottintendere i pensieri che promuovono le mie parole. E perché? Semplicemente perché io so già di cosa sto parlando e a cosa sto pensando. Ma l'altro, poveretto, si ritrova nel bel mezzo di un discorso di cui non ha le basi.
Per finire, e non è certamente un difetto da trascurare dei sottintesi, nella vita comune (e nel "gioco" dello scrittore) i sottintesi mal recepiti diventano cause di litigi, molto meno simpatici che nelle commedie.

CONCLUSIONE 
I sottintesi sono, a mio parere, molto utili e si possono usare per "giocare" sia nello scritto sia nel parlato (un sottinteso usato con maestria può tenere una persona sulle spine e anche imbrogliarla appositamente), al di là della morale.
Talvolta li trovo anche eleganti, fatti appositamente per alleggerire le frasi e per giocare con le frasi (possono essere utili per le quelle lapidarie, per esempio).
Ma un continuo incappare in essi porta ad essere vaghi e confusi, a lasciare l'ascoltatore/lettore non sicuro di ciò che sta capendo, portando fino ai litigi con l'altro.
Ovviamente c'è da contare anche il livello di condivisione che si ha con l'altra persona: un bambino capirà meno sottintesi di un adulto (l'esempio più lampante sono le battute con i doppi sensi), come un adulto il quale, magari, si aggiunge in un secondo momento in un discorso già avviato non capirà un sottinteso riferito all'inizio dello stesso. A volte, tra l'altro, la capacità di capire i sottintesi può essere dato anche dall'attenzione effettiva dell'ascoltatore a ciò che viene detto e ad altre caratteristiche personali.
Per concludere, credo che il modo migliore per non incappare in esagerazioni di parti implicite (quantomeno nello scritto, il parlato si sa che non si può correggere in un secondo momento) sia chiedersi "ma se io non sapessi questa cosa, capirei?".
Una domanda che può tornare molto utile specialmente a chi scrive, per definire contesti e dare spiegazioni a fatti e parole che all'autore potrebbero sembrare scontati (e quindi divenire sottintesi[o più generalmente, rimanere impliciti]).

Noto che visivamente i difetti risultano più lunghi dei pregi... Ma in realtà sono solo prolissa io. ;) Direi che pregi e difetti si equivalgano.
Voi cosa ne pensate? Abusate o non usate i sottintesi?
Avete qualche strategia per evitarne la sovrabbondanza quando parlate? O altre tecniche per non suonare ridondanti, senza sottintendere parole e concetti?

mercoledì 2 ottobre 2013

Mutare un'affermazione

Mi sto affezionando agli esperimenti del mese. :D
Spero vi aggiungere anche voi, eventuali lettori.
Questa volta la mia mente malata si è posta un giochino: vedere quante volte e con quali parole si può mutare una semplice affermazione, mantenendo lo stesso concetto.
In verità, potenzialmente le possibilità sono infinite... Ma ho deciso di arrivare fino a 10. :)
L'AFFERMAZIONE: Scrivere è bellissimo, puoi creare la vita.

MUTAZIONI:

1- E' bellissimo scrivere, la vita puoi crearci!

2- La scrittura è bellissima, ci puoi creare la vita.

3- Puoi creare la vita, scrivendo. E' bellissimo.

4- Con la scrittura si può dare origine alla vita ed è bellissimo!

5- E' molto bello scrivere e, così facendo, creare vita. 

6- E' veramente bellissimo creare la vita scrivendo.

7- Scrivere è un bellissimo modo per creare vita.

8- Si può creare la vita quando si scrive... Trovo che tutto ciò sia bellissimo.

9- Ma quanto bello è scrivere? Non è fantastico creare la vita con questa semplice azione?

10- Originare vita scrivendo è uno degli atti più belli che io possa concepire.

Certo...il post è diventato un pelo monotematico. :D Ma mi auguro che siate d'accordo.