Wally.
Un nome semplice, una vita comune. Eppure la protagonista del film, per l’appunto
Wally Winthrop, vive sognando. Aspetta la favola, il “vissero felici e
contenti”, ma non quello classico per i bambini: lei aspetta l’Amore, quello
vero, quello che, per lei, è simboleggiato da un’altra donna, Wallis Simpson. Un
nome molto simile, altrettanto semplice. Era anch’essa una donna comune,
divorziata due volte, con una vita non ammirevole, senza grande bellezza o
classe. Nonostante tutto, però, fece innamorare un principe, il principe Edward
VIII, che rinunciò al trono d’Inghilterra per lei, per poterla sposare, contro
ogni consiglio ricevuto, al di là di quello che la religione stessa permetteva.
Una storia vera, intensa, non sempre dolce. Anzi, fu un vero scandalo,
criticata dall’intera popolazione, con momenti molto duri, per tutta la loro
vita. Una serie di rinunce anche da parte di Wallis: alla sua privacy, alla sua
reputazione... Ma in fondo, forse, ha avuto il suo lieto fine.
Viene
così a crearsi un parallelo tra il vissuto di Wally e quello di una Wallis
famosa in tutto il mondo, che è riuscita, senza volerlo, a cambiare la storia. Le
loro avventure si intrecciano, come fossero la stessa anima reincarnata, come
se il tempo passato per loro non contasse, tramite i ricordi che vengono
mostrati sulla storia di Wallis e ciò che passa Wally, fino ad incontrarsi
nella mente di quest’ultima. Da Wally emerge una ricerca quasi disillusa dell’amore,
di quello così forte da superare il potere ed il dolore, tanto da fare abdicare
i re. Traspare il desiderio di trovare un lieto fine anche per sé, di dare
magia alla propria esistenza. Di ottenere un frutto tangibile di tale amore: un
figlio. Questa ricerca si tramuta presto in un bisogno di libertà, di tornare
indipendente. Wally sembra rivolere sé stessa, desidera non essere più una
semplice e spenta “casalinga disperata”. Punta ad andare oltre allo stereotipo
di donna, non si vuole rassegnare all’esistenza che le è capitata, lotta per
uscire dalla frustrazione che sente perennemente su di sé: più volte tenta di
emulare la stessa Wallis.
Wally
si ritrova infatti ossessionata da Wallis. Diventa per lei un punto di
riferimento, quasi la svolta della propria vita. Ogni giorno lei si immerge in
quello che era il mondo dell’altra, cominciando da una mostra allestita a New
York sugli oggetti appartenuti al duca ed alla duchessa di Windsor. Vi si tuffa
totalmente, senza poterne fare a meno, perdendo il contatto con la realtà. Ciò
che la protagonista prova e vive sembra unicamente ricalcare le orme
dell’altra, ripercorrendone, da diverse prospettive, l’esistenza. Fino a
volerle dare più spessore, più notorietà ed importanza rispetto a quella che solitamente
viene data solo ad Edward, o David come lo chiamavano i suoi famigliari. Fino
ad essere Wally a trovare finalmente la propria strada.
Madonna,
che per questa volta ha abbandonato il suo ruolo da cantante per cimentarsi con
la regia, ha concentrato tutto il film sull’unione di queste due donne e,
ancora più in particolare, sulla storia tra Wallis ed Edward. Dalle
inquadrature allo stile, senza dimenticare gli ambienti e le musiche. Spesso
sembra che la vera protagonista, la donna di cui stiamo veramente seguendo la
storia, sia la storica Wallis e non Wally, che potrebbe essere una ragazza o
donna qualunque dei nostri giorni. Probabilmente era proprio questo l’intento:
catapultarci indietro nel tempo, farci assaporare appieno la vita di una
persona che ha comunque qualcosa da farsi invidiare, in questo caso un grande
carattere e dei sentimenti profondi. D’altronde, la stessa Madonna dichiara,
sulla storica coppia: “Loro erano veramente controversi, e continuano ad esserlo.
Così sono molto attratta da loro”, rivelando il vero scopo del suo film. La
regista, inoltre, commenta: “Ho creato il personaggio di Wally perché il film
aveva bisogno di un punto di vista”. Quindi, Wally è semplicemente una
personificazione di questa attrazione della regista per quei due personaggi,
ora come allora, molto discussi per quella che è tutt’ora ritenuta una delle
più grandi storie d’amore.
L'ho trovato carino come film, senza pretese se non quelle di romanzare un'affascinante e storica relazione amorosa. Lo consiglio a chi è più sensibile e romantico e a chi non crea disturbi una colonna sonora malinconica.
Ultima osservazione: W.E. è l'abbreviazione di Wallis e di Edward e, forse caso o forse destino, in inglese la parola "we" significa proprio "noi". Curioso, no?
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