venerdì 18 gennaio 2013

Il gigante e la bambina - Lucio Dalla

Il gigante e la bambina
sotto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo
camminavano tra i sassi (x3)

il gigante è un giardiniere
la bambina è come un fiore
che gli stringe forte il cuore
con le tenere radici (x3)

e la mano del gigante
su quel petto di creatura
scioglie tutta la paura
è un rifugio di speranza (x3)

del gigante e la bambina
si è saputo nel villaggio
e la rabbia dà il coraggio
di salire fino al bosco (x3)

il gigante e la bambina
li han trovati addormentati
falco e passero abbracciati
come figli del signore (x3)

il gigante adesso è in piedi
con la sua spada d'amore
e piangendo taglia il fiore
prima che sia calpestato (x3)

camminavano tra i sassi
sotto il sole contro il vento
in un giorno senza tempo
il gigante e la bambina (x8)


La prima volta che l'ho ascoltata, non mi ha fatto né caldo né freddo. La seconda volta ho cominciato a pensare "Oh... ma è bellissima!".
Sì, perché è una storia d'amore dolce e profonda, un amore tra due così diversi, così opposti: lui forte e sicuro, lei tenera e fragile... Ma anche una storia triste, poichè è una sorta di amore proibito che non viene ben visto dagli altri e che, in qualche modo, finisce male. Il tutto accentuato dalla delicatezza della melodia.
Però c'era un punto che non mi tornava mai, cioè la penultima strofa: il gigante adesso è in piedi / con la sua spada d'amore / e piangendo taglia il fiore / prima che sia calpestato. 
Insomma, il fiore dovrebbe essere la bambina, cioè il suo amore: che senso avrebbe dire che "taglia il fiore"? La frase successiva, "prima che sia calpestato", fa pensare che questo "taglio" venga dato per proteggerla, ma da cosa? Vergogna forse? Disonore per quest'amore non ben visto?
Così, curiosa, feci delle ricerche... Non sono sicura al 100% di questa notizia, ma l'ho ritrovata in più fonti: questa canzone non è una storia d'amore, ma narra invece di un pedofilo che, in provincia di Trento, rapì una bambina e la stuprò (forse uccise?).
Ho tentato d'informarmi per scoprire l'autenticità del fatto in questione, ma non sono mai riuscita ad ottenere risposte certe.
Però, a ben pensarci, quel "taglia il fiore" ora assume un vero significato: la uccide. La uccide, forse per impedirle di crescere con il peso di questo evento, macchiata per tutta la vita (anche se mi chiedo: può un pedofilo avere tale elevazione di pensiero, dopo averla macchiata? E mi rispondo: in effetti uccidere una bambina non è poi così elevato).
E come per magia, l'intero testo assume un significato completamente diverso: 
1 - il gigante e la bambina, quest'uomo adulto e lei che è effettivamente una bimba;
2 - la rabbia dà il coraggio di salire fino al bosco, poichè si scopre di questo fatto abominevole e quindi l'intero villaggio si mobilita per salvare la bimba;
3 - falco e passero abbracciati, diventa molto più terreno: il passero è nutrimento per il falco, è la sua preda;
E il senso compiuto che assume la penultima strofa, di cui parlavo precedentemente.
Tutto quello che so del fatto è che la canzone se ne discosta un po' sul finale (forse niente morte o stupro sventato?) e che l'avvenimento dovrebbe risalire alla fine degli anni '60.
Insomma, alle sorprese non c'è mai fine, non trovate?

Qualcuno di voi ha altre informazioni al riguardo? Magari sicure al 100%? Sarò ben lieta di correggere la riflessione con i vostri commenti.
Se non l'aveste mai sentita, troverete il link QUI.

P.S. Se il link non funzionasse, avvertitemi in un commento.

49 commenti:

  1. Non ho informazioni al riguardo ma l'analisi risulta molto precisa. In effetti è una canzone che ho sempre amato ma che mi ha sempre suggerito qualcosa di bellissimo e inquietante al tempo stesso. Inquietudine e angoscia derivavano da certe strofe che hai sottolineato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero di essere quindi riuscita a darti una spiegazione esauriente. :)
      Ti informerò se troverò notizie più precise.

      Elimina
    2. È un testo poetico come pochi altri.

      Elimina
    3. Sembra che si sia voluto inserire una pagina intrisa di sentimenti in una vicenda delittuosa. Anche il peggior assassino ama, ma a modo suo.

      Elimina
  2. In effetti, Maria, hai inteso bene il senso della canzone. Anch'io ho provato la stessa tua inquietudine ripensando al testo oggi.
    Ecco qui tutta la storia, svelata in un articolo del Corriere:
    http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/09/Ron_Rai_censuro_canzone_sullo_co_8_9602091075.shtml

    RispondiElimina
  3. Ciao Nadia! :) Grazie di essere passata, del tuo commento e del tuo link! :)

    RispondiElimina
  4. Grazie per il post di spiegazione!
    Solo stamane ho ascoltato il testo della canzone. Mi ha molto turbato, ciò che il testo mi faceva presagire ha trovato quì conferma.
    Mi ha molto colpito il tono delicato in contrasto per l'orrore della storia ... forse la delicatezza c'è per rispetto della bambina ... ma in fondo anche per l'adulto. Una situazione di dolore rappresentata per quello che è senza nessun giudizio. Però lo ammetto avrei tanto voluto trovare un'immedita condanna verso l'adulto ... una parola, un accenno ...
    Forse che la canzone va così in profondità da rappresentare tutto in modo compassionevole? Che questo sia l'attegiamento verso gli abusi sui minori? Guardare al carnefice come ad malato smarrito nel suo mondo di follia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per essere passato/a e per il commento. :)
      Comunque credo che il non mettere condanna sia ciò che rende così profonda questa canzone. Penso di poter essere d'accordo con te, soprattutto sulle ultime tre frasi. E' più il racconto di una storia: i fatti come sono. Senza morali, senza giusto o sbagliato: ognuno ha il compito di meditare in sé queste cose, senza che l'autore si intrometta in quella storia che non lo riguarda. Penso sia un tocco d'eleganza e bravura non indifferente, perché ti fa ancora di più immedesimare nella canzone.

      Elimina
  5. « Vogliamo che la parola esploda nel discorso come una mina e urli come il dolore di una ferita e sghignazzi come un urrà di vittoria. »
    Vladimir Majakovskij
    Poesia per o contro altra poesia, Non serve aggiungere altro.



    Vladimir Vladimirovič Majakovskij

    RispondiElimina
  6. guarda che e` la storia della violenza su una bambina cavolo ... informati ... certe cose possono far male

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se la gente imparasse a LEGGERE prima di commentare, al mondo si starebbe tutti meglio. Odio gli imbecilli che aprono bocca solo per parlare. Immagino tu sia uno di quei moralisti che non sa argomentare le proprie opinioni. Se ben vedi, ho infatti scavato e parlato del vero senso della canzone, partendo dall'idea comune. Addio, "anonimo".

      Elimina
  7. Nel mio paese in provincia di trento a quel tempo un uomo rapi' in un parco una bambina e la porto con sé in montagna. Per giorni la cercarono le forze dell'ordine i pompieri i cani della polizia e alla file venne ritrovata in una baita. Non le aveva fatto nulla voleva solo una bambina che gli facesse compagnia. Quando uscì il disco tutti dissero che era questa storia ma non ne sono certa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, avevo trovato che si riferisse alla stessa storia trentina che a quanto pare riporti tu.
      Grazie del commento, e speriamo sia vero che non le capitò nulla!

      Elimina
  8. la spiegazione la da direttamente Ron (autore della canzone) al corriere della sera di cui ti inserisco il link:http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/09/Ron_Rai_censuro_canzone_sullo_co_8_9602091075.shtml
    anche a me adesso la canzone non piace più.... l'avevo presa per qualche cosa di più bello, come te ho pensato che fosse un adulto che proteggeva una piccola....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie del commento, infatti un altro lettore lo avevo indicato poco sopra. :)
      Questo dimostra quanto le parole siano incredibili e quanto ci sia da scavare sotto ogni superficie.

      Elimina
    2. Negli ultimi trent'anni solo due volte le cronache trentine si sono occupate di sequestri di persona. Accadde nel settembre del 1970 quando una bimba di 10 anni - Claudia Bellante, di Cavalese - venne rapita mentre giocava nel parco del paese: venne ritrovata dopo una decina di giorni, viva, in un'abitazione di Santo Stefano di Cadore (Belluno). Era stata rapita da uno squilibrato senza figli che voleva avere la compagnia di un bambino. L'altro

      Elimina
  9. Non vorrei dire una stupidata, ma quella "spada d'amore" non potrebbe essere il membro sessuale del gigante che "taglia" il fiore, ovvero le toglie la verginità (il cui atto viene appunto chiamato "deflorazione")?

    La butto così, per interpretazione personale, poi magari mi sbaglio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ben arrivato/a!
      Ottimo commento: penso sia la giusta interpretazione. Questo dettaglio mi era davvero sfuggito! Grazie. :)

      Elimina
    2. Rimanendo sul testo, è un'interessante interpretazione. Un fenomeno similare è conosciuto in psicologia come "profezia che si autoavvera".
      Però personalmente non trovo sia mai possibile giustificare un tale atto... Dall'esterno si arriva fino ad una certa provocazione, poi ognuno è comunque responsabile di quel che fa o di come reagisce.

      Elimina
  10. secondo me non è una storia di violenza, ma di protezione, il gigante buono che protegge una bambina, da cosa? ma da tutto ciò che può causarle dolore! mi discosto completamente da voi poichè cercate di dare una risposta razionale a ciò che nn è razionale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta Patrizia, e scusa il ritardo della mia risposta!
      Non mi addentro in questioni di razionalità o irrazionalità, poiché in parte interpretare è sempre una situazione razionale, ma essere razionali non vuol dire non impiegare il sentimento e seguire la nostra parte emotiva... Quindi sarebbe un uso scorretto della terminologia. Ma mi fermo, altrimenti scriverei un post solo su questo!
      Purtroppo, la nostra interpretazione è documentata... Basandosi sulle dichiarazioni stesse dell'autore del testo, di cui sopra puoi trovare il link. Logicamente non ti costringo a "crederci", ma se è l'autore a dirlo l'unica cosa che possiamo fare è non apprezzare più il testo oppure cercare di accettarlo alla luce del suo vero senso.

      Elimina
  11. Racconto la storia vera, a profitto dei giovani che non possono conoscerla e dei vecchi che non la ricordano, e la racconto con date e luoghi precisi, limitandomi alle iniziali per quanto riguarda i nomi.
    Nel pomeriggio del 9 settembre 1970 a Cavalese (TN) una bambina di 10 anni, C.B., sorvegliava alcune mucche di proprietà dello zio nel prato prospiciente la chiesa plebana in compagnia di un paio di amichetti. Furono avvicinati da un sconosciuto, che non ebbe difficoltà a conquistare la loro fiducia regalando loro un pallone e facendo ascoltare loro della musica.
    Infine riuscì a convincere la bambina a salire sulla sua auto, una Fiat 850 targata AP, con la promessa di farle fare un giretto e riportarla a casa. Ovviamente non si fece più rivedere.
    Seguirono giorni di angosciosa attesa, mentre polizia, carabinieri, guardie forestali, gruppi cinofili, elicotteri e gran parte della popolazione di Cavalese e dintorni perlustravano invano boschi, monti e vallate della zona: fu ritrovata dopo pochi giornisolo l'auto abbandonata.
    Fu soltanto il 21 settembre che due ragazzi escursionisti li avvistarono casualmente, presso una baita sul monte Rinaldo, presso Santo Stefano di Cadore (BL), discretamente lontano da Cavalese.
    Furono immediatamente avvertiti i carabinieri del posto, che non ebbero alcuna difficoltà ad arrestare il rapitore e liberare la bambina.
    E quello che si scoprì fu molto sorprendente: l'autore del misfatto, tale D.B. di Venezia, era un poveraccio da poco dimesso da un manicomio presso Mantova, che per le sue condizioni mentali ovviamente non aveva mai potuto avere una vita normale, ne' farsi una famiglia, ne' avere figli.
    Non aveva fatto alcun male alla bambina, non l'aveva picchiata ne' maltrattata, ne' tanto meno violentata, ne' meno che mai uccisa, l'aveva invece trattata come meglio non avrebbe potuto, la faceva giocare, le preparava i suoi cibi preferiti, le aveva procurato calde coperte per farla riposare comodamente.
    Non si trattava dunque di pulsione sessuale malata, ma piuttosto di un desiderio di paternità, sia pure altrettanto malato, e autentico affezionamento, al punto che il padre stesso della bambina, A.B., si rivolse al rapitore in termini, se non di simpatia, almeno sicuramente di comprensione e di perdono.
    Nella canzone di Paola Pallottino, Ron e Lucio Dalla, si rivive esattamente questa atmosfera ambigua di colpa, di angoscia, ma anche di affetto e di amore. L'autrice e gli interpreti sono riusciti a ricreare al meglio il pathos e i sentimenti suscitati all'epoca da quella vicenda.
    Perciò si tratta senz'altro di un capolavoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mamma mia, mi crolla un mito! Io ho sempre adorato questa canzone fin dal 1971, quando avevo 9 anni. All'epoca non avevo neanche capito che cosa volesse dire che il gigante tagliava il fiore, quanto alla spada d'amore pensavo che fosse la spada di un principe azzurro innamorato, come quello delle favole. Da grande ho pensato che la canzone fosse riferita ad una storia d'amore fra due persone di età differenti con lui molto più grande di lei, ma nulla di più, forse il fatto di amare le canzoni di Dalla e Ron ha offuscato il mio giudizio? Certo è che ci sono delle parole nel testo della canzone che si prestano a molteplici interpretazioni, tipo il falco e il passero (predatore e preda non innamorati) e la spada d'amore che taglia il fiore allude ad uno stupro o alla scoperta consenziente del sesso di una ragazza giovane ad opera di un uomo più grande di lei? Spero tanto che si riferisca alla seconda ipotesi perchè uno stupro è sempre una cosa abominevole, se poi è perpetrato ai danni di una bimba aggiunge abominio all'abominio e non riesco a pensare che Dalla o Ron abbiano potuto parlare di un orrore simile senza esprimere condanna, sospendendo il giudizio.

      Elimina
  12. Grazie Europil, veramente affascinante! Posso chiederti la fonte? O è tua memoria?
    E grazie anche a te, Anonimo, anche le tue idee possono dare spunto a riflessioni meno legate al fatto e più all'arte!

    RispondiElimina
  13. Ciao Maria, io sono l'anonimo cui hai risposto il 29 giugno, anzi sono un'anonima e per di più sono anche una maestra, da quando ho letto il tuo blog penso spesso alla canzone di Dalla e Ron e le mie riflessioni sono più legate al fatto che all'arte. Io lavoro con i bambini tutti i giorni e la sola idea che ad una delle mie piccole alunne possa succedere quello che è accaduto alla bambina della canzone mi fa accapponare la pelle.
    "E' più il racconto di una storia: i fatti come sono. Senza morali, senza giusto o sbagliato" hai scritto in uno dei tuoi interventi. Io non so se la canzone si riferisce ad un fatti realmente accaduto, non sono riuscita ad aprire il link che ho trovato sulle tue pagine con la spiegazione di Ron, posso solo sperare che quella che nel testo viene chiamata bambina in realtà non lo sia, se così non fosse, chiamatemi pure moralista e bigotta ma io quella canzono spero di non ascoltarla mai più

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bentornata e ti ringrazio già per il tuo commento!
      Capisco perfettamente la tua sensazione e il tuo pensiero.
      Non è assolutamente una questione di moralismo o bigottismo, figurati, ma io penso più che altro che l'arte sia solo un punto di vista diverso sulle vicende del mondo. Ovviamente immagino che la tua idea non potrà cambiare in poche parole, ma non trovo giusto condannare quella che comunque è un'opera a causa di una realtà inconcepibile. Sarebbe un po' come sperare di non vedere più un telegiornale, specialmente ai giorni d'oggi.
      Poi questo è il mio pensiero rivolto alla canzone in sé, dal punto di vista di qualcuno che cerca di fare dell'arte parte della sua vita. Il fatto lo condanno tanto quanto te.
      A questo proposito, mi fai venire alla mente la canzone "Mary", un po' meno arte e forse più dimenticata, dei Gemelli Diversi. Nonostante parli in modo anonimo e generale di una ragazza che scappa di casa, vittima degli abusi del padre, è una canzone che amai a partire da quando ebbi 12 anni: la amai proprio per l'intensità delle parole, per l'assenza di vergogna nel denunciare una realtà purtroppo viva e vera e poi, be', anche per il finale comunque positivo.
      Credo che lo stesso valga con questa cupa poesia di Dalla.
      Ma ripeto: è solo il mio punto di vista. Non voglio cambiare il tuo, ma spero di lasciarti qualcosa di positivo in tutto ciò.

      Elimina
    2. Ciao Maria, amo anch'io la canzone dei Gemelli Diversi e l'ho appena riascoltata perchè era da un po' che non la sentivo e mi piace per i tuoi stessi motivi. In "Mary" però la condanna c'è, nelle parole di Mary che dice che quella bestia non è il suo papà e anche altrove nel testo della canzone, nella canzone di Ron non ne ho visto traccia, anzi il gigante viene diointo come un essere pietoso che "taglia il fiore prima che sia calpestato", ma non è stato lui il primo a calpestarlo? I miei dubbi sui riferimenti alla realtà della canzone rimangono tutti e non te li ripeto, ma questo tono neutro nel descrivere un fatto aberrante non rieco a sopportarlo. Grazie per avermi ascoltata e per avermi risposto

      Elimina
  14. Ciao sono Giusi,40anni.quando per la prima volta udii questa canzone rabbrividii e mi commossi.quando sentii Ron che neparlava alla radio mi spiegai perche: io ho subito pedofilia.ho fatto molte riflessioni sul tema e anche su questo testo:cosa voleva dire Dalla? il gigante e presentato come un assassino,uno che rovina una bambina,eppure gli da l'attenuante di volerle bene,perche suggerisce che sia in buona fede?e perche accusa la gente di poterla calpestare?continuo la mia riflessione in un secondo momento,devo andare

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giusi.
      Mi spiace molto per la tua vicenda passata. Non avevo ancora risposto poiché attendevo una tua continuazione. Se ti capitasse di ripassare, la leggo volentieri!

      Elimina
  15. Sono Enzo.
    Forze non è bene né giusto spaccare il capello in quattro.
    Omicidio?
    Stupro?
    Amore?
    Ognuno è libero di interpretarla come vuole, come del resto la maggior parte delle canzoni di Dalla, è volutamente ambigua ed ermetica e si presta a più interpretazioni.
    Proprio questi sono il fascino della canzone e la grandezza degli autori.
    Personalmente la inquadro tra le molte altrettanto abihue leggende delle Dolomiti, soprattutto per la metamorfosi del finale, si veda a Dolasilla, l'enrosadira, la Grigna, il rosengarten, la ninfa di Carezza ecc.ecc.
    Io preferisco non andare tanto nel profondo ed invece godermi l'incanto e la poesia.
    Il falco ed il passero li hsn trovati tenetamente abbracciati, ed in questi tempi, scusate se è poco, basta accendere ls tv all'ora del tiggì...
    Complimenti a Lucio e alla bravissima maestra Pallottino, che chi ha deliziato non solo con questa magnifica favola!
    Se poi si è ispirata ad un fatto non cruento ma dettato al solo bisogno d'affetto, ancora meglio: qualche maliziosa licenza artistica poi ci sta sempre bene, per far arrovellare i posteri...
    A risentirci!

    RispondiElimina
  16. Interpretate prego gli errori come lo sforzo di far entrare le dita grosse in un tastierino minuscolo di un telefonino...

    RispondiElimina
  17. ...e soprattutto mi tiferivo alla precedente versione del testo che recita: il gigante è una montagna, la bambina adesso è neve...
    Il che richiama tante leggende di montagna, doce la metamorfosi salva e perpetua un amore altrimenti impossibile.
    Preferisco così, per aver notizia di violenze e stupri mi basta leggere un giornale.
    O dovremmo trasformare in ghiaino dell'Apollo e Dafne?

    RispondiElimina
  18. ...in ghiaino la statua marmorea di Apollo e Dafne...

    RispondiElimina
  19. Benvenuto Enzo, mi ha fatto piacere (e sorridere) il tuo appassionato intervento.
    Non ti preoccupare per gli errori, hanno comunque veicolato un messaggio vero e interessante da leggere. Indubbia l'ambiguità della canzone, possibile che la semplice ispirazione volesse rifarsi anche solo ad una "leggenda". Credo che Dalla non ci potrà mai dare una risposta! ;)
    Violenza ce ne è fin troppa nella realtà, non puoi che trovarmi d'accordo, eppure trovo che anche parlarne artisticamente sia giusto. Come dicevo più sopra, non trovo comunque corretto condannare una canzone per l'argomento al suo interno, lasciando quindi la possibilità di "godersela" ugualmente: magari con uno spirito più sublime e decadente, anziché con uno più romantico.
    Unico appunto: se ben dobbiamo vedere, Dafne si tramutò per sfuggire alle molestie di Apollo... sempre sullo stupro si finisce! Ma mai tale opera meriterebbe di divenire ghiaino, né il mito da cui s'ispira. E se invece intendevi proprio questo, allora nuovamente non posso che essere d'accordo, lasciando interpretazioni e rappresentazioni dell'opera in sé in secondo piano.

    RispondiElimina
  20. Non è l'argomento della canzone che si intende condannare. Vorrei ricordare una canzone di Fabio Concato di alcuni anni fa intitolata "051 222525" o la stessa canzone dei Gemelli Diversi di cui parlavi tu in un tuo precedente intervento, Maria. In realtà e' l'ambiguità di cui parlava Enzo che mi disturba, la sola idea di una bambina, oggetto delle attenzioni di un gigante mi fa inorridire. Io sono salentina e nel mio dialetto esiste la parola "vagnona" che significa bambina, ma non solo, si può anche riferire ad una ragazza giovane o addirittura alla fidanzata. L'avrà pensata allo stesso modo anche Dalla? La sua canzone però è scritta in italiano. Boh! Speriamo. Ho troppa stima di Lucio Dalla per pensare che lui non fosse d'accordo sul fatto che i bambini sono SACRI

    RispondiElimina
  21. Ron: la rai censurò la canzone dello stupro. niente da aggiungere

    RispondiElimina
  22. Il problema non è che nella canzone si parli di uno stupro, anche se la RAI bigotta e bacchettona degli anni 50 e 60 del secolo scorso, che non permetteva che certe parole venissero usate neanche dai suoi giornalisti, censurò la canzone. il problema è il modo in cui se ne parla. Lo stupro è un reato punito dal codice penale. Come si può parlarne in questi termini? " e la mano del gigante su quel petto di creatura scioglie tutta la paura
    è un rifugio di speranza".

    RispondiElimina
  23. Intanto vi ringrazio per i vostri commenti, anche se sarebbe più facile rispondervi con una piccola firma...
    Comunque non credo che Dalla approvasse lo strupro o ritenesse i bambini meno che sacri, ma questa è anche una caratteristica dell'arte: con essa puoi dire tutto nel modo che ti sembra più opportuno. Non è un trattato filosofico-morale, una discussione politica o un messaggio religioso: con l'arte si può anche fare questo, ma non è il suo scopo. Lo scopo è quello di parlare, esprimere emozioni, dare diversi punti di vista... e con questa canzone ha colpito in pieno.
    Qui si entra quindi nel merito di come se ne parla: forse Dalla non voleva condannare l'azione perché lui ha comunque inteso il tutto come un gesto di vero amore? Noi lo intendiamo come uno strupro ed è inaccettabile, ma se l'autore avesse voluto porci nei panni innamorati di un uomo che coccola la bambina a cui non torcerebbe un capello, ma con cui vorrebbe consumare l'amore come se fosse una donna?
    Una bambina non è una donna e le conseguenze psicologiche su di lei sarebbero enormi, ma forse Dalla voleva farci riflettere su quel sentimento spontaneo e profondo, l'amore, implacabile e crudele, ma senza nessun intento dissacrante... Non dimentichiamo d'altronde che Dalla era omosessuale e quanto poco la sua forma d'amore fosse (e sia) accettata. Magari anche per questo ha voluto dare un tale taglio alla canzone...

    RispondiElimina
  24. Ritengo superfluo dire che omosessuale, stupratore e pedofilo non sono sinonimi e che se non cè assolutamente niente di male nel far parte della prima categoria, lo stesso non si può dire delle altre due. Detto questo, continuo a pensare che su certe cose non si può non esprimere condanna. Altrimenti chi ci impedirà un giorno di questi di scrivere una canzono pietosa sul triste epilogo della storia d'amore fra Hitler ed Eva Braun?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono perfettamente e pienamente d'accordo con la tua prima frase, ovviamente. D'altro canto, non riesco ad essere d'accordo sulla seconda parte del tuo pensiero... l'arte si concede molto in ogni ambito, come d'altronde perché dovremmo impedire a qualcuno di scrivere una canzone pietosa sulla fine della loro storia d'amore? Se qualcuno volesse ignorare la storia e basarsi sul sentimento, come potrebbe ciò nuocere od appoggiare gli orribili atti che Hitler compì? Nel Romanticismo esisteva il concetto di sublime, che io ritengo ancora fondante. Il sublime era l'estremo, sia positivo sia negativo: il paradiso e l'inferno, la tempesta che distruggeva un intero paese, la cupezza e l'irradiante splendore.
      Decidere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato sta al "pubblico", non all'opera. Logicamente l'opera non deve piacere se trasmette qualcosa che non si approva, e a tal proposito potrei citare una canzone molto meno elevata sentita recentemente, "Bad Things" di Machine Gun Kelly e Camila Cabello. Per me quel genere di messaggio non è accettabile, eppure a molti altri piace. Non per questo giudicherò negativamente la canzone (orecchiabile per i miei gusti) o gli autori della stessa. L'opera non è il suo creatore, il punto di vista diverso non esprime necessariamente un'idea su un atto socialmente inaccettabile.
      Giusto per specificare, facevo riferimento al suo essere omosessuale solo perché tutt'ora ci sono (purtroppo) persone (molte) che trovano aberrante e paragonabile ad uno strupro o ad un pedofilo una persona con tale orientamento sessuale...

      Elimina
    2. beh quasi quasi può essere un'idea...ma pensiamo a un altro tragico epilogo molto precedente sempre in ambito mitteleuropeo e segno di una crisi, dello sfacelo di una stirpe che aveva fatto storia: Mayerling! E già, mi era venuto talvolta di pensarlo... perlomeno, di questo testo, pensare a una situazione vietata fra l'altro perché lui è troppo "in alto" per lei, che può ben essere bambina nel senso di giovinetta, inesperta... Finale tragico sì: lui uccide lei col suo consenso, sarebbe insomma un doppio suicidio, ma lei non osa farlo da sé, e li trovano quando ormai è troppo tardi. Niente stupro - se hanno avuto rapporti non è chiaro, ma forse è inutile domandarselo-niente aberrazioni, anche se ci può essere una certa differenza di età oltre che di rango e altre cose... Tutto questo lasciando da parte l'eventuale ispirazione da un fatto di cronaca recente.

      Elimina
    3. Non conoscevo questo fatto.
      Magari non è il caso di questa canzone, ma alla fine la storia è un ciclo no? Può essere interessante vederla anche in questa chiave. Pure nella tragedia, l'interpretazione personale è ciò che ci fa percepire più o meno intensamente una stessa canzone. :) E nessuno può vietarci di pensarla come vogliamo (anche se non si può nemmeno opporsi a testimonianze autentiche)!

      Elimina
    4. L'episodio di Mayerling fu il tragico epilogo del legame fra l'Arciduca Rodolfo figlio dell'imperatore Francesco Giuseppe e di Sissi, con la giovinetta 17enne Maria Vetsera. Lui insomma era il principe ereditario di Austria-Ungheria, discendente della dinastia più potente... era 30enne, già sposato (matrimonio dinastico), insomma un amore proibito sotto tutti gli aspetti, poiché avrebbero voluto fare sul serio, la ragazzina non voleva essere solo una "favorita"... Il rischio dello scandalo era enorme, e così risolsero per l'omicidio-suicidio.Vicenda trasposta nel film "Mayerling" del 1968 con Omar Sharif e Catherine Deneuve.Non dico che la canzone vi si ispiri, dicevo prima che tante volte avevo pensato a un amore vietato per le troppe differenze. Grazie.

      Elimina
    5. Oh, capisco! Grazie infinite della spiegazione!

      Elimina
  25. Non era necessario che lo specificassi, avevo compreso perfettamente il tuo pensiero

    RispondiElimina
  26. lo ascoltata tantissime volte e mi è sempre piaciuta moltissimo m senza mai capire ,forse perchè tratta l'argomento in un modo cosi dolce e delicato.La comprensione è arrivata molto più tardi da adulta ascoltando gli ultimi versi ed un velo mi è caduto dagli occhi e all'improvviso ho capito che era una storia di pedofilia,bravissimo Ron un argomento cosi brutto ha saputo trasformarlo in una poesia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta e grazie del tuo commento!
      Sono d'accordo col tuo pensiero: davvero Ron ha saputo trasformare un atto terribile in una poesia che ha conquistato moltissime persone.

      Elimina
  27. trovata sul web, una interpretazione in piu.
    https://claudiawilde.wordpress.com/2006/04/14/il-gigante-e-la-bambina/

    RispondiElimina