“Qual è il
parassita più resistente?[…]Un’idea. Resistente, altamente contagiosa. Una
volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla”.
Questo è il
primo concetto che viene dichiarato all’inizio del film. E ne diverrà la chiave
di lettura. Le idee,anche le più piccole, posso ingigantire ed arrivare a cambiare,
fino a distruggere, le persone, diventando ossessioni nascoste nel proprio
intimo, più libere che mai mentre si dorme e comunque ben presenti mentre si è
svegli. Ed è proprio a causa di due idee, una troppo radicata e una da “piantare”,
che il protagonista, Dom Cobb, un estrattore di informazioni dal subconscio
delle persone tramite i loro sogni, si ritrova costretto ad agire e ad
affrontare la propria strana, e per lui inaccettabile, realtà. Per lo meno sarà
in compagnia di altre cinque persone,tra cui la giovanissima Arianna, che si
trasformerà nella sua ancora di salvezza.
Sospinto
dalla domanda del suo committente “è disposto a fare un atto di fede?” e dalla
promessa ricompensa di poter ritornare a casa dai suoi figli, unica cosa al
mondo che desidera, il protagonista accetterà la propria missione di praticare
la difficile e non legale tecnica dell’innesto, l’inverso dell’estrazione, come
ultima missione del suo lavoro,
Nello
svolgersi del film emergono concetti sul mondo dei sogni che saranno familiari
a chiunque, poiché tutti li abbiamo sicuramente provati almeno una volta, ma
organizzati in modo tale da creare un’arte, una vera scienza che non ha bisogno
di spiegazioni se non quella di viverla, ed in questo caso usarla, senza farsi
domande sul suo perché. Come avviene per ogni scienza, verranno fatti degli esperimenti,
i quali, però, porteranno con loro complicazioni quasi fatali.
Sarà un
viaggio che ci porterà in profondità dentro la vita di Dom attraversando i
diversi livelli del sogno del soggetto in cui va immessa la nuova idea. Un
viaggio che ci suggerisce di fare altrettanto con noi stessi. Dopotutto i sogni
sono una sorta di specchio di chi siamo, come anche lo psicanalista Freud ha
più volte ribadito nei propri studi.
La storia si
basa e sviluppa proprio come il sogno in cui Dom e i suoi amici dovranno
entrare, in un alternarsi di mondo reale e mondo onirico che continuamente
sembra chiederci se noi stessi stiamo vivendo nella realtà o se forse stiamo
dormendo.
Il regista,
Christopher Nolan, che cominciò l’ideazione di questa sua opera già nel 2001,
si ispira a diversi concetti, tra cui: la vita è un sogno; sogni “lucidi” e
incubazione degli stessi; i fenomeni come false memorie, illusione
introspettiva e l’incapacità umana di distinguere le apparenze che la mente è
in grado di creare, soprattutto quando i ricordi vi si intromettono.
Siamo noi
stessi a sviluppare interi mondi dentro alla nostra testa, a nasconderci i
nostri segreti, arrivando a crearci dei paradossi. E mentre siamo nel mondo
onirico, questi segreti si liberano e si rivelano a noi, con l’abbassarsi della
nostra “difesa” cosciente, lasciandoci credere che sia tutto reale. Infatti è
solo quando ci si sveglia che ci si rende conto che nel sogno c’era qualcosa di
strano.
Queste
stranezze, le nostre fantasticherie, che si sviluppano nella nostra testa, specialmente
finché dormiamo, hanno delle solide basi: i nostri sentimenti. Sentimenti che
possono essere spaventosi, di odio, di amore, sensi di colpa, desideri
insaziabili, tormenti di ogni specie… e che possono influenzare la nostra vita
e le nostre azioni, finendo poi con il ricolmare i nostri sogni. Perché il nostro
subconscio di notte può aprirsi e noi non lo possiamo controllare.
Quindi per
gustarci al meglio questo film non ci rimane che lasciarci coinvolgere dal
turbinio della nostra mente labirintica, da questa perfetta fusione tra la complessa
scienza psicologica e la moderata fantasia dell’originale genio di Nolan, come
alla fine sono i sogni, quasi fosse realmente solo un nostro sogno. Sperando
solo di essere svegli.
Consiglio questo film a chi si lascia appassionare dalla psicologia e dai thriller. :)
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