lunedì 7 aprile 2014

Guest post: Chimica e Poesia - Marco Lazzara

Questo post avrebbe dovuto allietarvi ancora ieri, ma ho avuto dei contrattempi tecnologici. Non perdo altre parole e vi lascio alla lettura di questo nuovo guest post di Marco Lazzara e vi rimando, oltre che invito, a leggervi anche (se già non l'aveste fatto) il suo primo guest post su questo blog, Psicologia e Letturatura, dove troverete anche una sua breve bibliografia.



Maria, che ancora una volta è così gentile da ospitarmi nel suo blog, è autrice di una raccolta poetica intitolata “Cristalli di Vita”. Ciò mi dà l’occasione per parlare ancora di due saperi che ai più sembrano essere agli antipodi: scienza e letteratura, o meglio, in questo caso:

Chimica e Poesia

di Marco Lazzara

Che cos’è un cristallo? No, non sono “quelle cose che luccicano”. Si tratta di sostanze allo stato solido, che hanno un’organizzazione strutturale estremamente ordinata e regolare. Se invece non ce l’hanno vengono chiamati solidi amorfi.
Per me i cristalli sono una rappresentazione della poesia. Prendete un sonetto: due quartine e due terzine di undici sillabe ognuna, con un preciso schema di rime. Ovvero una struttura estremamente ordinata e regolare.
Esistono però anche poesie in versi liberi, senza uno schema di rime. Potrebbero essere considerate gli amorfi della poesia. Amorfo però non è qualcosa di brutto, anzi: per esempio il saccarosio (lo zucchero da tavola) non cristallizza, è un solido amorfo.

Chimici e Poeti (I)
Sir Humprhry Davy è stato uno dei più grandi chimici del XIX secolo. Ma era anche un poeta, amico di Wordsworth, Coleridge e Byron. Tra le altre cose è stato lo scopritore del protossido di azoto (il gas esilarante, un importante anestetico). Coraggiosamente aveva provato su di sé gli effetti della sua scoperta e li aveva riportati in versi:

On Breathing the Nitrous Oxide (mia libera traduzione)
Nemmeno nei più sfrenati sogni di selvaggio desio
Ho avvertito una tale estasi prender forma
Il cuore mi brucia di un fuoco profano
E già il viso mi s’infiamma di rosso colore
E gli occhi son pieni di luccicanti bagliori
E la bocca mi si riempie di suoni frementi
E le membra mi treman di segrete movenze
Rianimate da una potenza appena sbocciata.

Chimici e Poeti (II)
Il miglior esempio del connubio tra Chimica e Poesia è però quello dato da Alberto Cavaliere. Quand’era studente all’università, venne bocciato all’esame di Chimica Generale. Gli venne così l’idea di rendere l’intero corso in versi; si ripresentò poi all’esame rispondendo alle domande con le sue rime. Il professore rimase dapprima spiazzato e poi meravigliato dalla sua abilità poetica, e questa volta lo promosse. Cavaliere pubblicò poi le sue rime nel libro “Chimica in Versi”. Eccone un estratto che parla della chimica organica.

I composti del carbonio
sono in numero gigante
e compongon gli organismi
delle bestie e delle piante.
[...]
Fra i caratteri ai composti
del carbonio peculiari,
è che in essi assai prevalgono
i legami non polari,
e perciò gli atomi assumono
posizioni assai svariate,
dando origine a molecole
da stessi atomi formate,
mentre i corpi risultanti
differiscon tuttavia
ed è questa, in fondo in fondo,
la famosa isomeria.

Chimica allo Specchio
Quando due molecole hanno gli stessi atomi, ma organizzati oppure orientati in maniera diversa, abbiamo due isomeri.






Vedete queste due molecole che si guardano allo specchio? Sembrano uguali, vero? Invece non lo sono, perché la loro disposizione spaziale è diversa, per cui alcune loro proprietà sono diverse.
 Di questo ha parlato anche Roald Hoffmann (Premio Nobel per la Chimica nel 1981) nel suo libro "La Chimica allo Specchio" (Longanesi), dove esplora le tematiche dell’identità sia da un punto di vista chimico che artistico e letterario. Eccone un passaggio secondo me molto interessante.

“Non ci sono molecole cattive, ci sono solo esseri umani malvagi. Le molecole sono molecole. I chimici e gli ingegneri ne fanno di nuove e trasformano quelle vecchie. Altri ancora nella catena dell’economia le vendono e tutti noi le vogliamo e le usiamo. Ciascuno di noi ha un ruolo nell’uso e nell’abuso delle sostanze chimiche. Ed ecco il mio punto di vista rispetto alla nostra responsabilità sociale verso gli altri esseri umani. Vedo gli scienziati come attori in una tragedia classica. Essi (noi) sono condannati dalla loro natura a creare. Non esiste la maniera di evitare di indagare su ciò che è in noi o attorno a noi. Non possiamo chiudere gli occhi davanti alla creazione o alla scoperta. Se tu non sintetizzi quella molecola, lo farà qualcun altro. Allo stesso tempo credo che gli scienziati hanno la grandissima responsabilità di riflettere sugli usi della loro creazione, persino sugli abusi che altri possono fare. E devono fare tutto ciò che è loro possibile per rendere pubblici sia i pericoli che gli abusi. Se non lo faccio io, chi lo farà? Anche a rischio di perdere il lavoro, di venir umiliati, essi devono vivere con le conseguenze delle proprie azioni. E questo ne fa attori tragici, non eroi comici né li pone su un piedestallo. Ed è questa responsabilità verso l’umanità che li rende umani.”

In Conclusione
Mi capita spesso di sentir parlare della Chimica come di una materia fredda, noiosa, brutta. Non è così; all’interno del proprio DNA culturale ha magia, colore e un’incredibile ricchezza, che molti personaggi straordinari hanno saputo arricchire ulteriormente attraverso la letteratura, la poesia e persino l’arte.




Ringrazio infine Marco per questo bellissimo intervento e lascio a voi la parola, se volete dirgli qualcosa!


11 commenti:

  1. Noto che all'inizio sono anche diventato Marzo Lazzara! Ahahah!

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  2. Proprio meraviglioso questo post Marzo :) scritto benissimo e incantevole da leggere, si vede che hai una grande passione per la chimica e la letteratura!

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    1. Grazie dell'apprezzamento! Io sono per l'unione dei saperi: sarebbe bello insegnare la scienza attraverso la letteratura e viceversa, la matematica attraverso l'arte e fondere conoscenze diverse. E' uno dei miei pallini, e alle volte ci provo, facendo esempi di questo tipo.

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    2. E oserei dire che ti riesce molto bene! :)

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  3. In effetti le due molecole sopra - a essere proprio onesti e psitini - sono uguali, dato che chi le ha disegnate non si è accorto di aver sbagliato coi simboli usati per i legami chimici, ma sorvoliamo! Era importante il concetto.

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  4. Questa e' la seconda lettura :) bel ritmo, piacevole a lettura anche tenera! Ormai dovro' stilare una lista di tutti i pregi dell'esser chimico ;)

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    1. La Chimica è una scienza molto giovane, ha solo 200 anni. Ed è figlia della magia e dell'alchimia. Così noi chimici, che siamo così scientificamente giovani, abbiamo un'energia inesauribile. Che tra l'altro siamo sempre noi a produrre! ;)

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  5. E' bello trovare qualcun altro che la pensi come me! Io vengo sempre presa per pazza, quando tento di parlare del fascino della chimica...

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    1. A volte ho l'impressione che noi chimici siamo quasi un club esclusivo. Già i biologi alle volte ci guardano storto. :)

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