mercoledì 21 agosto 2013

I cliché dei cattivi

Non è né una classifica universale né un post derivato da accurate ricerche... Ma ho pensato di parlarvi, possibilmente divertendoci, di quelli che, secondo me, sono i cliché più diffusi (non solo in letteratura) per i cattivi.
Come dicevo, non hanno un ordine: sono solo caratteristiche che personalmente ho ritrovato spesso. E che analizzeremo simpaticamente. ;)
Sperando, magari, che questo post possa aiutarci ad evitare di scadere in cose poco originali o poco sensate!

LOQUACITA'
La prima passione che ho da sempre visto nei cattivi è quella di sprecare minuti, ore e giorni preziosi a parlare. Di qualsiasi cosa. Ti raccontano la loro vita, cosa vogliono fare, cosa faranno, ti danno un excursus di spiegazioni e sensazioni interiori... lì, giusto prima di darti il colpo di grazia. Insomma, ti stanno dicendo che ti odiano, che sei l'unico/a che li ha rallentati, che sono mesi e anni che ti danno la caccia, che non vedono l'ora che tu sia morto/a... ma non lo fanno. Sono gentili, ci tengono a dirtelo! Che carini, no? Come si può dire che siano cattivi? :D
Posso capire che in determinati casi possa servire ai fini della storia oppure che lo scrittore non sappia trattenersi del dare motivazioni logiche al suo amato cattivo... ma allora vanno usate altre strategie. Indizi sparsi, deduzioni del protagonista, un "dopo evento" dove (magari tramite un diario) si possa scoprire tutto o, al massimo, creare una situazione ad hoc dove il discorso dell'antagonista sia sensato. Però cerchiamo di evitare l'interruzione dell'azione, proprio al culmine della stessa! Se farlo parlare vi serve solo per far guadagnare tempo e così salvare il vostro personaggio... O lo lasciate morire o, vi prego, pensateci prima!

IL CALICE DI VINO O LA SIGARETTA
Ed ecco lì, nella mia mente, si ergono i cattivi (talvolta non solo loro) che sono all'apice del tripudio. Ghignano e devono dare l'ordine che aspettavano da tempo, possono prendere la decisione tanto agognata, finalmente hanno la possibilità di fare la loro mossa... E niente, decidono di creare suspance con del vino o una sigaretta. Ovviamente tutti voi quando non state più nella pelle di fare una cosa che attendete già da molto perdete altri cinque minuti con un vizietto, no? :D
Anche qui, a volte è parte del personaggio. Sicché, magari, è un accanito fumatore e, quindi, l'avrebbe fatto comunque. Oppure va bene, si versa il vino per festeggiare. Ma fino a prova contraria, non credo sia la prima idea che uno avrebbe. Anzi, diventa innaturale, in particolar modo per il nostro soggetto che sembra farlo solo perché "è figo".
Se volete dargli dei segni caratteristici, vanno benissimo: magari, però, scegliete i giusti momenti per mostrarli.

ACCAREZZARE IL GATTO (o altro animale)
Non c'è dubbio, i cattivi hanno carenza d'affetto. Questi omaccioni, questi assetati di vendetta, questi esseri spietati che, per qualche motivo, hanno un batuffolino peloso dagli occhioni dolci accanto a sé. Ok, pure io mi metto ad organizzare piani diabolici e ho sia un cane sia un gatto... Ma non mi metto ad organizzarli accarezzandoli. :D
Ovviamente non nego la loro sensibilità, l'affinità che possono avere con il proprio animale domestico, eccetera. Però anche questo ha modo e modo per essere mostrato. Il malvagio di turno che coccola affettuosamente la testolina del suo gatto, mentre ride maligno, non torna bene. O forse invece è talmente pazzo che allora ci sta?

L'ANTITESI PER ECCELLENZA
Ovviamente chi mai potrebbe essere il cattivo più cattivo, l'essere più temibile, l'orrido mostro da sconfiggere, se non un tuo vecchio e acerrimo nemico? Con il quale hai metà cose in comune e per l'altra metà sei l'esatto opposto, per giunta!
Anche qui, come sempre, può essere comprensibile: un'allegoria oppure è proprio la chiave della trama (poi si viene a scoprire che sono gemelli, che in origine erano migliori amici ma...) che sta allo scrittore giocarsi bene e rendere avvincente, senza permettere che il lettore si ritrovi a dire "sì, va be', il classico". Però anche la migliore delle storie, scritta con abilità, che faccia troppo peso su questo contratto netto, su questa antitesi totale, provoca, a parer mio, un forte disinteresse. Perché nella testa di chi legge risuona come un "già sentito". Quindi, quando iniziate a scrivere e pensate ai vostri personaggi, non lasciate che siano troppo influenzati l'uno dall'altro. Nemmeno che siano già vecchi nemici: non è necessario. Quante probabilità potrebbero mai esserci, poi, che voi siate l'eroe e proprio lui sia il Re dei cattivi? Un antagonista secondario è logico, ma un ruolo principale anche per lui diventa pesante.

L'INVINCIBILE
Cosa dire poi di quando il cattivo è l'unico essere invincibile dell'intero universo? In parte si può ricollegare al cliché dell'antitesi: essendo voi, proprio voi, il suo avversario giurato da sempre, siete voi e solo voi i destinati che lo potranno sconfiggere.
Capisco che se il cattivo non suona invicibile o potenzialmente immortale non vi sembra che sia abbastanza cattivo... Ma anche nel fantasy di razze invincibili e mortali ce ne sono veramente poche e, mediamente, il conquistatore del mondo non fa parte di tali razze. E per piacere, non utilizzate la magia come se fosse la scusa universale per tutto! Ha anch'essa le sue regole e i suoi limiti: rispettateli, pure nel fantasy più estremo, a favore della verosimiglianza che riesce a coinvolgere il lettore e farlo entrare totalmente nel vostro mondo.

RICORSIVITA'
Quando tutto sembra finito... Tutto ricomincia! Ci sta. Questa volta parto ammettendo che spesso è molto sensato, che è una cosa realistica. Ma spesso è chiaramente una scusa per allungare il tutto di un altro po'.
Insomma, con ricorsività intendo quando il cattivo, che pareva morto o del tutto sconfitto, ritorna. O quando lui è effettivamente morto e quindi, al posto suo, compare il figlio, il fratello, il cugino... Cosa sono, famiglie mafiose?
Ripeto, ha attinenza con la vita. Però non è vero che accade tutte le volte! La situazione meglio specificabile è quando i cattivi sono più di uno. Allora sì, morto uno rimane l'altro. Ma non deve essere una cosa improvvisata solo perché non si vuole ancora mettere la parola fine: l'autore per primo deve sapere quando è ora di depositare la penna sul tavolo.

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Detto questo, spero di non avervi annoiato e di aver potuto dare qualche consiglio. Non mi sembra il caso di dirlo, ma lo faccio lo stesso: utilizzare un cliché non vuol dire che il vostro personaggio sia scadente (anche perché io per prima non ho il permesso di dirlo) o poco originale. Inoltre è estremamente difficile inventarsi qualcosa di nuovo o qualcuno che non tocchi nessuna possibilità già vista: solo, stiate attenti e, magari sfruttando proprio quel cliché, rendetelo un cattivo degno di questo nome, degno di essere ricordato senza ritrovarsi a pensare "ma questo io l'ho già visto, assomiglia a quell'altro". :)

13 commenti:

  1. Questo post sembra un test Mary Sue per cattivi!
    La mia frase preferita è "i cattivi hanno carenze d'affetto", cosa molto vera, secondo me.
    Nei miei brani difficilmente c'è un cattivo, perché i miei personaggi sono in lotta con loro stessi, però terrò conto di questi tuoi consigli quando vorrò creare un "cattivone"!

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    1. Sulla carenza d'affetto dei malvagi si potrebbe scrive la "guida alla psicopatologia del cattivo". :D Comunque ammetto che finché lo scrivevo mi è venuto in mente, anche se l'intenzione non era esattamente quella!
      E be', finché te la puoi cavare senza cattivo, meglio per te! ;) L'introspezione è un campo assai vasto. Ti piacciono i temi difficili, eh?

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  2. Ciao Maria.

    A questo riguardo ti segnalo anche uno dei cliché in assoluto più abusati, ovvero quello del dottor Jekyll (buono) e mister Hyde (cattivo). In realtà non è proprio così, perchè nel suo romanzo Stevenson ha l'arguzia di non creare Jekyll come un personaggio completamente buono, ma come un individuo normale, coi propri pregi e difetti, cioè decisamente più realistico.
    A seguito della pozione che Henry Jekyll ingerisce viene lasciato libero solo il suo lato malvagio, ovvero Edward Hyde; tra l'altro questo Hyde è pure piccolino, dato che il dottore per la maggior parte della sua vita si è comportato in maniera retta, e la sua parte malvagia non è quindi potuta crescere molto.

    Marco Lazzara

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    1. Oh Marco, che piacere!
      Sì, non ci avevo pensato, hai perfettamente ragione. Oggi è diventato un abuso di doppia personalità... Ma almeno sanno come funziona? :D
      In quel romanzo era un colpo di genio, adesso è una banalità come il caffè a colazione.

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  3. Fantastico :D
    però hai domenticato il cliché più cliché di tutti... Conquistare il mondo!!!
    Ma, dico io, i cattivi sono tutti dei megalomani, e va bene... ma non ce n'è uno che abbia uno scopo diverso o un po' meno generico? MI sembrerebbe anche più plausibile che fosse così, perché non credo che la gente si alzi una mattina e decida di conquistare il mondo. A parte Mignolo e Prof, ovviamente, a loro lo concedo ;)

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    1. Accidenti, l'ho proprio dimenticato!!! Sì, hai perfettamente ragione. Eri sempre tu che mi domandavi, di quelli che vogliono distruggere il mondo, che cosa se ne fanno di un impero vuoto? Be', è lo stesso principio, per qualcuno può starci, ma per tutti... Non esageriamo!

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    2. Sì, ero sempre io! Boh, evidentemente non sono abbastanza "supercattiva" da capire questi progetti...

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    3. Allora ho idea che non esistano molti supercattivi in grado di capirli... :D

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  4. Secondo me puoi fare un giro da queste parti. È un manuale a uso di futuri supercattivi (fantasy ma non solo), per evitare che i cliché rovinino tutto il "buon" lavoro fatto.

    Per il resto, mi sono divertito a leggere la tua disamina dei cattivoni, soprattutto perché per ciascuno di essi mi è tornato un esempio calzante. Sull'uso dei cliché, poi, c'è sempre da imparare!

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    1. Ho letto 10 punti e già stavo ridendo troppo! Geniale! Comunque grazie mille, è un link molto utile. :) E grazie di essere passato! :)
      P.S. Ti va di dire gli esempi? ;)

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    2. Loquacità: di veramente verboso mi viene in mente Acheron Hades (Il caso Jane Eyre)
      Whiskey: Rhadamantys di Wyvern (Saint Seiya)
      Gatto: il capo della Spectre (007)
      Invincibile: a frotte, ma l'invincibilità mi annoia per cui non ne cito nessuno
      Ricorsivo: Red Mist/Motherfucker (Kick-Ass)

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    3. Dei casi da te citati, purtroppo, ho conoscenza di solo due... E nel scrivere l'ultimo punto, pensavo proprio a Motherfucker! Guarda te. :D

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    4. Lui è proprio un esempio lampante!

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