sabato 4 maggio 2013

Il Cocchiere

Oggi ho deciso di presentarvi un esperimento, risalente a qualche anno fa: un abbozzo di commedia!
Non m'intendo molto del genere, ma ho voluto provare lo stesso.
Pareri e consigli sono ben accetti. Spero vi divertirà!




SCENA PRIMA
Narratore: Era una sera di tanto tempo fa, nel mille...mille? (Fa un'espressione interrogativa e dubbiosa) Ma sì, tanto succede sempre tutto in quel periodo! Era una sera tra il milleseicento e il milleottocento, nella città italiana di... Ehm... (Sorride imbarazzato al pubblico e si gratta la testa, guadandosi attorno) Non ricordo, ma sorvoliamo! (Agita le braccia) Beh, insomma... Era una serata calda ed estiva e lungo le strade passavano alcune carrozze dirette ad una villa, per la festa di benvenuto della contessa Carolina Isabella, appena lì trasferitasi. E la nostra storia comincia proprio in uno di questi mezzi, quello di un marchese e sua moglie... (Esce di scena)

(Entrano in scena cocchiere, padrone e padrona, in carrozza)
Padrone: (Quasi urlando e vestito come un vecchio senza il minimo gusto) Io non so come vestirmi per una festa importante!? Ma ti sei vista, con quel carciofo!?
Padrona: (Vestita effettivamente con un abito che ricorda un carciofo a testa in giù) Sei solamente un cafone più pettoruto di un gallo! Ma ricorda che ai galli tirano il collo! Non ti sopporto più!!
(Il cocchiere si ferma davanti ad una porta al centro del palco. I padroni scendono dai lati opposti, entrando nella porta, naso per aria. Lui sospira e guarda verso il pubblico)
Cocchiere
: Sarà almeno la ventesima volta che litigano questo mese! Non era mai successo così tanto! I viaggi sono diventati una tortura! Anche perché... (Si guarda attorno) Ora io che faccio? Non si ricordano più di darmi gli ordini per il ritorno quando scendono! Beh... (Va a parcheggiare la carrozza) Oggi entro anch'io! (Entra anche lui nella porta)

SCENA SECONDA
(Nella villa della contessa, a festa appena cominciata, il cocchiere gira per il palco con un vassoio in mano, sbocconcellando. C'è un cartellone con scritto BENVENUTA CONTESSA. Al centro della scena si trova la contessa, vestita a più strati, ma bene. Il padrone la sta fissando con occhi e bocca spalancati. Le si avvicina)
Padrone: (Con un baciamano) Mi presento! Sono il marchese Pierluigino Gianmaria Marcantonio Francesco Ermenegildo! E permettetemi di dire che siete bellissima!
Contessa: (Sorridendo) Mi lusingate signore! (Lo squadra scioccata, per poi però aggiungere) Avete un gusto impeccabile!
Padrone: (Più felice che mai) Sapevo che le sarebbe piaciuto!
(Lui quasi le si appiccica, contento. La scena si blocca. Il cocchiere scuote il capo e si sposta. La luce smette d'illuminare i due ed inquadra la marchesa, che si è affiancata ad un gentiluomo, vestito elegantemente)
Padrona: Mio caro duca Alvise Virgilio! Che piacere rivedervi!
Duca: Oh! Che delizia! La mia amata Guglielmina Giuditta Gilda Genoveffa! Mia adorata! Mi mancavate! (Le sorride. Osserva il vestito. Guarda il pubblico con un'espressione disgustata, ma poi torna a sorriderle) E che M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O vestito!
Padrona: (Esultando come una bambina) Vi piace? Lo dicevo a mio marito che non capisce nulla!
(Lo prende per mano. Anche la loro scena si blocca. Il cocchiere scuote nuovamente il capo, arrivando a metà strada tra le due coppie. Quando si trova lì, entrambe le coppie sono nuovamente illuminate)
Padrone e Padrona: (Rivolti l'uno alla contessa e l'altro al duca) Vi andrebbe di vederci in segreto?
Contessa e Duca: (Dopo essersi guardati attorno) Certamente!
(Il cocchiere si blocca. Lascia cadere il vassoio guardando il pubblico e si porta le mani alle guance)
Cocchiere: (Urlando) NO!
(Scappa via dal palco)

SCENA TERZA

(La mattina seguente, nella casa del cocchiere. Cocchiere e moglie nella cucina)
Cocchiere: (Sedendosi su una sedia) Veronica mia! Ho paura che i padroni si siano trovati degli amanti!
Moglie: (Stringendosi nelle spalle e massaggiando le sue) Suvvia! Ma se non sanno amarsi neppure tra di loro!
Cocchiere: (Sospirando) Dovremmo infatti aiutarli... Comunque spero di sbagliarmi!
(I due si sorridono. Il padrone entra in scena guardingo, guardandosi attorno circospetto. I tre si osservano)
Padrone: (Quasi cospiratore) Lorenzo! Smettila di poltrire! Vieni qui!
(Lui si alza e osserva la moglie. Si avvicina al padrone che lo trascina in disparte)
Padrone: Prepara subito il cocchio! Ho un appuntamento e non con chi si potrebbe pensare! Non c'è tempo da perdere! Lascia detto a tua moglie che se chiedono di me... Sono a qualche circolo!
(Il padrone esce di scena. Il cocchiere guarda la moglie, che è sconvolta. Esce anche lui, rassegnato)

SCENA QUARTA
(Più tardi, quel pomeriggio. Cocchiere e padrone sono in carrozza. Quest'ultimo è euforico)
Padrone: (Gesticolando ampiamente) Oh, Lorenzo! Che pomeriggio! Lei è meravigliosa! Sembra una principessa! Mi apprezza! Altro che quella scrofa di mia moglie!
(Mentre lui pronuncia "scrofa di mia moglie", la padrona entra in scena. Il cocchiere si ferma)
Padrona: (Brandendo l'ombrellino da passeggio come una spada) Chi sarebbe la scrofa!? Insolente! Come osi!? Da domani assisterai tu nostro figlio Federico Bartolomeo alle lezioni di violino!
(Si sentono delle strazianti stonature di violino fuori scena. Il padrone balza giù dalla carrozza, tra il terrorizzato e l'infuriato)
Padrone: (Uscendo di scena) Non pensare di minacciarmi!
Cocchiere: (Rivolto al pubblico) Che il Signore mi assista! Un altro litigio e mi ricoverano!
Padrona: (Salendo al posto del marito e dicendo concitata) Presto presto! Portami dal duca Alvise Virgilio! Di corsa o arriverò in ritardo!
Cocchiere: (Levando le mani al cielo, con gesti ampi e disperati, rivolto sempre al pubblico) Salvatemi! Non dormirò più!
(Escono di scena)
SCENA QUINTA
(Entra in scena il narratore)
Narratore: Per il povero Lorenzo quello fu solo l'inizio. Infatti, non solo non dormiva praticamente più la notte... (Il cocchiere attraversa la scena come se fosse uno zombie) Ma anche non riusciva quasi più a vedere la moglie... (Il cocchiere si avvicina ad un cartello su cui è scritto CASA DEL COCCHIERE, ma arrivano i padroni e lo trascinano via) E anche mangiare gli era quasi impossibile... (Il cocchiere fa per mordere un panino, ma il padrone glielo strappa di mano per mangiarselo, salendo sul cocchio) Ormai viveva solo sulla sua carrozza... (Il cocchiere è seduto in carrozza, abbracciando un cavallo di peluche e dondolandosi avanti ed indietro) A trasportare padrone e contessa... (I due salgono sulla carrozza. Lui si riscuote ed attraversa la scena fino ad uscirne con loro) E la padrona ed il duca... (Ritorna in scena con loro due) Rischiando anche di sbagliare strada! (Si dirige verso un grande cartello con scritto CASA DELLA CONTESSA, invece di quello con scritto CASA DEL DUCA, deviando all'ultimo momento per poi uscire di scena) Dovendo anche continuare a sopportare i litigi dei padroni... (Il cocchiere, in mezzo tra i due padroni, si tiene tappate le orecchie, mentre loro gesticolano simulando un litigio e lanciandosi oggetti che lui è costretto a schivare). Ma un giorno, lo stress superò ogni limite! (Esce di scena)

SCENA SESTA
(Quel giorno, a casa del cocchiere)
Cocchiere: (Seduto sulla sedia, con la testa tra le mani) Mi stanno uccidendo... Questi signori, non pensano mai a noi poveri servitori loro! Passiamo sempre in secondo piano, come oggetti da usare per il divertimento personale! Hanno pure il coraggio di lamentarsi se non si è sempre al massimo dell’efficienza!
Moglie: (Abbracciandolo da dietro) Forse amore dovresti semplicemente smetterla... Racconta tutto, che si arrangino!
Cocchiere: (Scuotendo la testa) Non posso! Sarebbe peggio! Credo mi darò malato o non so...
Moglie: (Staccandosi da lui) Però...
(In quel momento, entra il padrone)
Padrone: Lorenzo! Andiamo!
(Il cocchiere si alza di scatto)
Cocchiere: Non posso! Mia moglie non si sente bene! (La lancia di lato, facendola finire sulla sedia)
Padrone: É grande abbastanza per prendersi cura di sé! IO non posso non andare! Guarda che ti licenzio!
(Il cocchiere sembra soppesare contento la possibilità. La moglie gli tira dietro un cuscino)
Moglie: (Sibilando) Non puoi permettertelo!
(Il cocchiere sospira ed esce col padrone. La scena cambia, ora sono in carrozza, mentre la moglie esce di scena, spostando gli elementi della casa. Sopraggiunge la padrona)
Padrona: Mi serve il cocchio! Devo andare a… Fare una passeggiata nel parco con le mie amiche! (Sale)
Padrone: Bene, porta prima lei!
Padrona: Tu scendi, non ti voglio!
Padrone: C'ero prima io! Devo andare... Al circolo!
Padrona: Allora porta prima lui!
(I due continuano a dire “prima lei” e “prima lui” a turno, con voce sempre più forte. Il cocchiere si alza di scatto)
Cocchiere: (Urlando) BASTA! Padron Pierluigino Gianmaria Marcantonio Francesco Ermenegildo, vostra moglie vi tradisce! Padrona Guglielmina Giuditta Gilda Genoveffa, vostro marito vi tradisce!
(Padrone e padrona si guardano, cominciando ad urlarsi cose del tipo "infedele", "traditore", "sapevo di non dovermi fidare di te". Arriva la moglie del cocchiere con una tromba da stadio. La suona, per poi lanciarla fuori scena. Cala il silenzio)
Moglie: Smettetela! L'errore è di entrambi! Possibile che non riusciate ad amarvi?
(Lei si avvicina al marito. Si prendono per mano)
Cocchiere: Guardate noi! Siamo assieme da trent'anni!
Moglie: E ancora ci amiamo come il primo giorno, anche se a volte non tutto va bene!
Cocchiere: Perché quando ci si ama, si lotta assieme!
Moglie: Invece voi avete a malapena raggiunto i vent'anni e all'improvviso non vi volete più vedere! E pensare che a voi è stato anche donato un figlio, che vi ricordi ogni giorno che il vostro amore ha dato frutto!
Cocchiere: Io sono convinto che vi basterebbe parlare un po' di più tra di voi, ricreare parzialmente le situazioni in cui vi siete conosciuti, e vi ricorderete come è nato il vostro sentimento reciproco!
Moglie: (Stringendolo a sé) E dovreste pensare anche un po' di più agli altri! Per i vostri capricci, oltre a rovinare voi stessi, stavate torturando mio marito!
(Gli altri due si guardano. La marchesa guarda in basso)
Padrona: Io lo amo ancora mio marito! (Lo guarda) Ma da quando, il mese scorso, dissero che sarebbe arrivata la contessa, tu non parlavi d'altro! Ed io ero gelosa, ma non volevo lasciartelo vedere! Quindi ho preferito fingere non m’importasse, ma dovevo pur sfogare la mia frustrazione in qualche modo!
Padrone: (Abbracciandola) Scusami cara, non sono riuscito a capirti! Sono troppo orgoglioso! Ti amo ancora anch’io!
Padrona: (Sorridendo un po’ e ricambiando. Poi torna seria) E a causa nostra, ne ha rimesso anche nostro figlio...
(Il padrone annuisce. Si volta verso le quinte)
Padrone: Federico Bartolomeo! Vieni!
(Entra il figlio. Li guarda)
Padrona: Hai il nostro permesso...
Padrone: Ti puoi sposare con Matilda Maria!
Figlio: (Abbraccia i genitori, esultando) Grazie! Finalmente! Vi voglio bene!
(Corre fuori dalla scena, saltando e urlando, per poi riattraversarla, comportandosi sempre così, prima di uscire del tutto. Le due coppie si guardano perplesse)
Padrona: Vi ringraziamo, Lorenzo e Veronica!
Padrone: Abbiamo capito l'importanza di stare assieme nonostante tutto. E di parlarsi. Scusateci per il disturbo che vi abbiamo recato! Lorenzo, ti concedo una settimana di riposo.
(Escono tutti di scena, salutandosi, il cocchiere con un sorriso beato, padrone e padrona discutendo se chiamare un medico per il figlio)

SCENA SETTIMA
(Il giorno dopo, nuovamente a casa del cocchiere)
Cocchiere: (Seduto a tavola con la moglie) Non hai idea di come mi sento rilassato, ora! Tutto è bene quel che finisce bene!
Moglie: (Annuendo e alzandosi per sparecchiare) Hai proprio ragione! Finalmente possiamo stare di nuovo insieme in tranquillità! Per fortuna che i padroni, alla fin fine, sono solo dei sempliciotti che ogni tanto hanno bisogno di una strigliata, come i nostri cavalli!
(Si sorridono e ridono. Entra il figlio dei padroni, guardingo, molto attento. Si guardano)
Figlio: (Quasi cospiratore) Lorenzo! Smettila di poltrire! Vieni qui!
(Il cocchiere si allontana da lui)
Cocchiere: (Quasi allarmato) Cosa volete!?
(Il ragazzo lo va a prendere e lo trascina in disparte)
Figlio: Prepara subito il cocchio! Ho un appuntamento e non con chi si potrebbe pensare! Non c'è tempo da perdere! Lascia detto a tua moglie che se chiedono di me... Sono a qualche circolo!
(Esce subito di scena. La donna si lascia cadere sulla sedia, esausta ed incredula. Il cocchiere guarda esasperato verso il pubblico, mettendosi le mani tra i capelli)
Cocchiere: (Esclamando) Tale padre, tale figlio! Che mondo senza pace! Lode al cielo che gli uomini non nascono come i conigli... Anzi, che i nobili non nascono come i conigli... O non ci sarebbero abbastanza cocchieri per fermarli! (Escono tutti di scena)
 

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