giovedì 18 aprile 2013

Una notte

Ed ecco a voi un mio vecchio raccontino. Spero vi piaccia.



Mi svegliai di soprassalto. Di solito non mi capitava, ma erano giorni che si ripeteva. Come se non bastasse, avevo pure un folle batticuore. Possibile? Le tre in punto di notte. Era sempre uguale anche l’ora. Mi guardai attorno. Non mi sembrava ci fosse fuori posto, per lo meno così pensai all’inizio. Una cosa diversa in effetti c’era. Un fruscio d’ali che sembrava provenire da fuori la finestra. Non ci feci caso, vivendo in campagna capitava che le civette svolazzassero lì vicino. Mi risistemai a letto, ma mi rialzai subito. Una piacevole sensazione si era impossessata di me, però non capivo da cosa fosse provocata. Mi girai verso la porta della mia stanza e vidi un ragazzo che mi osservava con dolcezza e che sembrava essere vagamente luminoso.
Aveva i capelli castani e gli occhi azzurri più intensi che mai avessi visto. Volli gridare ma, invece, riuscii solo a sospirare. Mi sentivo tremendamente nostalgica, al posto di provare paura. Lui si avvicinò e mi appoggiò la testa sul petto per ascoltare i battiti del mio cuore. La nostalgia venne sostituita da singhiozzi soffocati. Era ciò che provava il suo animo, ne ero certa. Mi fissò negli occhi.
«Aiutami».
La sua voce era melodiosa e lontana. Non riuscii a dire nulla, solo ad annuire. Sorrise.
«Chiudi gli occhi».
Mi sentii come se fossi tornata bambina. Gli ubbidii. Percepii vicinissimo il suo strano ed inebriante odore ed avvertii il tocco delle sue labbra sulle mie. Un tocco misterioso, particolare, ma stupendo. Aprii gli occhi. Lui si staccò e vidi una cosa incredibile: risplendeva come la luna piena ed aveva delle meravigliose ali bianche.
«Un angelo!», riuscii ad esclamare non troppo forte, nel timore di spaventarlo o di farmi udire dai miei genitori.
«Mi ero perso e le mie ali stavano sparendo. Però con i miei ultimi poteri avevo avvertito la purezza del tuo cuore e mi ero innamorato di te. Per noi creature angeliche funziona così. Non pensavo che l’amore fosse così forte da ristabilirmi completamente».
Ero senza parole. Avevo baciato un angelo, salvandolo da chissà che orribile destino per un tale essere. E me n’ero anche innamorata, sarebbe stato impossibile il contrario. Come si potrebbe non amare una potente e celestiale creatura come lui? Per quello che emanava, per il suo aspetto… e per il modo con cui mi aveva baciato. Non avrei mai pensato di essere ancora così tanto immacolata da poterlo attrarre. Temevo che crescere mi avesse corrotto, mi sentivo così.
Si avvicinò di nuovo e di nuovo mi baciò. Più a lungo, però, e più intensamente, come per spazzare da me quei pensieri. Poi si separò all’improvviso. Un canto delicato e gioioso risuonava non molto lontano.
«Sono i miei fratelli», disse, «mi richiamano tra loro».
Mi guardò.
«Aspettami tra un anno».
«Sì», gli risposi senza sapere che altro dire.
Poi, lui aprì le ali e, appena compì il primo movimento per sbatterle, scomparve alla mia vista.

Oggi è passato un anno giusto. Spesso mi sembra non sia passato neppure un giorno. Allo stesso tempo, mi sembra sia stato solo uno strano sogno che non ho mai dimenticato. Dopotutto, subito dopo che lui scomparve, io ripresi immediatamente sonno.
Però i sentimenti che provai allora li provo tutt’oggi. Nulla li ha mai cancellati o affievoliti. Né il tempo, né altri ragazzi, né altre passioni terrene. Sarebbe possibile innamorarsi perdutamente di un sogno? Non lo so.
Guardo l’ora. Sono le tre di notte. Non sono nemmeno riuscita ad addormentarmi, forse scioccamente. Ma questo rumore cos’è? Sembrerebbe un fruscio d’ali…

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