martedì 20 gennaio 2015

Scrittori che si leggono

Ultimamente mi sono leggermente fissata con la questione delle letture ad alta voce, che siano proprie o altrui. Non che questa cosa vi tocchi direttamente, ma se siete curiosi tutto è cominciato con questo video promozionale.
In ogni caso, in questo post non vi voglio parlare di me e nemmeno voglio parlare della lettura in sé, ma... be', andate avanti e scoprirete!

Girovagando nell'immenso web ho casualmente trovato un video che mi fa fatto saltare il cuore in gola e mi ha dato l'idea per questo post. Ma procediamo con ordine.

LETTURE AD ALTA VOCE
Non ho abbastanza competenze per parlarvene, ma leggere ad alta voce è un po' come recitare, secondo me. Solo che l'importanza è posta tutta sulla voce e quindi sul volume, sul tono, sulle pause, sullo stesso accento. Il consiglio migliore? Ascoltare svariate letture, fare della dizione e provare e riprovare. Come sempre, insomma.
Ma ho detto che non vi volevo parlare della lettura in sé, di cui altri possono spiegarvi decisamente meglio, per cui andiamo avanti.

SCRITTORI CHE SI LEGGONO
In quanto aspirante scrittrice molto ambiziosa, ho un'idea dello scrittore vagamente egoista e tuttofare: diciamo che questo lo imputo al fatto di essere "possessore dell'idea".
Uno scrittore scrive (scusate la banalità dell'accostamento delle parole, ma non è da sottovalutare) e nel farlo vuole raccontare, far viaggiare, insegnare, trasmettere... Donare. Donare parole e immaginazione. Questo ovviamente implica che il lettore è la persona che più di tutte si può sbizzarrire con l'idea scaturita da quella penna e interpretarla come più gli aggrada. Si chiamano soggettività e fantasia, dopotutto. E questo porta a molte altre cose.
Avrò una visione di parte (e cristiana), ma credo che le parole siano l'origine del tutto: da un singolo passaggio di un romanzo qualcuno può ricavarci un disegno, una melodia, un altro testo, una piccola rappresentazione e via dicendo. Il più delle volte, però, queste cose successive vengono pensate e modellate da altri, non dallo scrittore in sé. Ci sono le eccezioni (uno dei motivi per cui amo J.R.R. Tolkien), ma questo comporta che per lo più l'idea originale, quello che pensava colui che l'ha scritta e per primo formata (e quindi le ha dato senso), vada persa o, comunque, si deformi.
Il video incriminato che mi ha fatto finire qui alla scrivania è proprio dell'appena citato Tolkien, con una sua lettura del poema legato all'Unico Anello. E quindi la mia mente si è messa a lavorare: se pensiamo ai film, la lettura differisce rispetto a come la fece il padre del fantasy. Non esiste una lettura più giusta delle altre, ma indubbiamente solo lo scrittore ci metterà il sentimento che sarebbe il più adatto, secondo la sua iniziale intenzione.
Questo ha scatenato una ricerca compulsiva di altri autori che leggano passaggi delle proprie opere e ora intendo mettervene qui cinque (lo trovo un bel numeretto) e sapere i vostri pareri!

Iniziamo proprio da Tolkien, visto che questo post lo devo a lui: lettura dell'incisione e del poema dell'Unico Anello.





Passiamo poi a J.K. Rowling, con un video un po' più lungo: il sesto capitolo de Il Principe Mezzosangue, ovviamente dalla serie di Harry Potter. (La lettura effettiva inizia circa a 1:15)





Provo ad uscire ora dal genere fantasy, ma sempre con un autore straniero. Vi lascio a Markus Zukas, autore del libro "Storia di una Ladra di Libri" (originariamente chiamato "La Bambina che Salvava i Libri"). (la lettura effettiva inizia a 7:39)




Mi sento ora obbligata a mettere un autore italiano. Speravo di trovare qualcosa di Calvino o simili... Ma la fortuna non mi ha assistito. E mi è balzato in mente un video di Natalino Balasso. Spero capiate lo stesso, è un pezzo comico ma con accento veneto.
Vi lascio quindi a Natalino e la sua lettura all'introduzione del libro "Il Libro del Scritore". Ma siccome riesco ad inserire l'anteprima, andate qui.
N.B. Asiago è una città a una mezzora di strada da dove abito.


Infine, lasciatemi tornare sul fantasy con Cassandra Clare e l'inzio del suo quarto libro della serie Shadowhunters (considerabile il primo della seconda trilogia), nonché Città degli Angeli Caduti. (la lettura effettiva inizia circa a 0:54 e termina a 3:50)


 

8 commenti:

  1. Interessante questa riflessione.
    Io però sono di parte e ti dico: l'autore è certamente quello che conosce meglio l'intenzione originaria dello scritto, ma ci vuole tecnica per renderla bene. Mi spiego meglio: lo scrittore leggerà con l'intenzione vera con cui è nato il testo, che nessun attore potrà mai avere perché avrà sicuramente una sensibilità diversa dall'autore, ma senza la giusta tecnica non potrà far arrivare appieno quest'intenzione al pubblico. Ci vuole uno studio sapiente delle intenzioni (quelle teatrali propriamente dette, cioè le emozioni che si mettono nel recitare il testo), dei toni, dei volumi e dei timbri, per suscitare emozione nel pubblico. E anche io che un pochino ho studiato non sono sicura di riuscirci!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, infatti penso sia anche per questo che di solito non è lo scrittore che lo fa. Se non nelle presentazioni (dove per lo più è costretto). E posso assicurare che lo fa controvoglia: scrive per un motivo, sennò parlerebbe e basta. ;) Quantomeno la maggior parte di scambi che ho avuto più o meno indirettamente mi ha fatto concludere che sia così per la maggior parte degli scrittori!
      Poi be', magari un giorno qualche autore saprà fare veramente tutto, con la giusta preparazione. Ma rimane indubbiamente bello sentire anche diverse interpretazioni: anche solo vedere cosa un altro recepisce è una grande soddisfazione, fosse pure diverso! E quindi, buon lavoro pure agli attori. ;)

      Elimina
  2. E' una cosa a cui penso spesso questa. Da un lato mi piacerebbe leggere da solo le mie cose, dall'altro mi farebbe piacere affidarle a una voce più tecnicamente consapevole. Ma come sempre, affronterò la cosa solo quando sarà il momento e vedrò allora quale delle due soluzioni uscirà vincente. Magari, chissà, uscirà fuori una cosa a due voci, come mi è accaduto una volta in passato per il mio unico progetto teatrale-musicale.

    P.S. Non è questo vero il post che aspettavo, ispirato al mio sulle 5 battute cinematografiche? :O

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarebbe molto bello! Speriamo arrivi presto tale momento. ;) Secondo me è comunque importante provare. Poi che siano altri non si disdegna assolutamente. Sempre vero poi che dipende da chi, se lo trovi, se ti costa, quanto...

      P.S. No no, però il tuo post mi ha ispirato il numero 5 di questo, intanto. ;) Arriverà... E ne arriverà anche un secondo sulla falsariga. XD

      Elimina
  3. In effetti nel cristianesimo è così: è attraverso la Parola che si concretizza la Volontà di Dio. Dio dice "sia fatta luce" e luce è. Se non avesse detto la Parola, le cose sarebbero nel caos. Gesù stesso è la Parola incarnata.
    Tornando all'argomento del post, ho trovato la lettura di Tolkien (sorvolando sull'accento inglese) molto più musicale, con quel ripetersi di "one ring".
    Mi capita spesso di leggere ad alta voce, e non solo i miei racconti per le presentazione, e sono d'accordo nel dire che dargli la giusta intonazione non è affatto semplice. Inoltre leggere ad alta voce un proprio testo spesso è diverso da come appare alla lettura nella propria testa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Trovo verissima la tua ultima affermazione. Non so se a te sia mai capitato, però a me è successo di rileggere più volte la stessa cosa non tanto per una questione di esercizio e tecnica, ma perché suonava diversa da quello che avrei voluto in realtà.

      Elimina
    2. Sì, e alle vote è un po' seccante se ad alta voce sembra diverso, perchè spesso mi sembra non renda nello stesso modo.

      Elimina
    3. Forse è qui che si inserisce la tecnica e l'esperienza di cui diceva Elisa. :) Col tempo si vedrà!

      Elimina