Torno con i piedi per terra. ;)
In questo post vi metterò il video del "reading" (e il testo) di questa favola alternativa, scritta da me, che mi ha permesso di arrivare tra i 7 finalisti (su 64! Felicità!) all'Ateneo dei Racconti, concorso indetto dall'Università di Trento.
Quella buffa figura sul palco che legge e gesticola con scarso successo, sono io. Eheheh!
Spero vi diverterete lo stesso.
“Principe, principe!
E’ or ora giunto un comunicato! Sir Filippo è appena stato divorato dal drago!
Era l’unico che era arrivato fino all’entrata del castello!”.
Il principe
Ettore sospirò sconsolato. Era il classico ragazzo biondo con gli occhi
azzurri, avvenente. Il perfetto principe azzurro (anche se lui vestiva di verde
e bianco). Certo, voleva far vedere la sua abilità, voleva farsi valere e
voleva trovare il vero amore… Ma doveva proprio andarlo a cercare dentro un
castello decadente?
Sì, insomma,
parliamone: andare a salvare una bellissima principessa gli andava bene (che
poi, che fosse realmente bellissima non poteva saperlo finché non l’avesse
vista), ma c’era da contare che quella poveretta era colpita qualche orribile
maledizione, abbandonata a sé stessa in un’altissima torre (e qui si chiedeva,
come fa ad essere ancora viva? Non mangia mai? E se anche dormisse un sonno
magico, ha la pelle antideterioramento?), bloccata lì da un drago ed un lago di
lava… e la strada per raggiungerla era assurdamente impervia! Nessuno tornava, il
suo amico d’infanzia era appena morto... e ora toccava a lui partire.
Ma altri
dubbi lo assillavano: i genitori della ragazza, come accidenti ce l’avevano
portata? Non si poteva chiedere loro di andarla a riprendere e poi lui
l’avrebbe baciata? Non era difficile pensarci! Ma non si poteva tirare
indietro: avrebbe perso l’occasione della sua vita.
“Grazie
Gregorio… Ora mi preparo”.
Uscì sulla
terrazza della propria camera e osservò la sua terra. Respirò a fondo e cercò
di prepararsi psicologicamente al viaggio, riportando alla memoria gli
insegnamenti ricevuti: se l’amore è con te, il destino vi unirà… altrimenti
perirai nell’impresa.
Ma col cavolo, pensò lui, e se io avessi altri progetti nella mia
vita? No, se vedo che sono in difficoltà, me la defilo! Ma poi ne risentirebbe
il mio onore… Va bene, scapperò, mi ferirò e tornerò talmente malconcio che
nessuno oserà dire nulla!
Sorrise
soddisfatto. Quella principessa avrebbe perfettamente potuto aspettare il
principe dopo di lui, senza che lui per primo ci rimettesse la pelle. Uno in
più o uno in meno che differenza le avrebbe fatto?
Si vestì
elegantemente com’era tradizione (e mentre lo faceva, si chiese ancora: ma se
devo affrontare mille imprese, non sarebbe più conveniente qualcosa di comodo?)
ed indossò l’armatura che era appartenuta a suo padre.
Accidenti, ci navigo dentro!, notò
guardandosi. La tolse ed andò a mettere la sua.
Preparò una
sacca di medie dimensioni con un buon numero di provviste, piccole armi e
qualche oggetto utile se si fosse accampato. Si avvolse nel mantello con il
cappuccio e scese dalle sue stanze fino al giardino, sacca in spalle, seguito
da Gregorio.
“Il mio
bianco stallone?”
“Li abbiamo
finiti, signore…”
Lo guardò
interdetto. Ah, beh, effettivamente tutti i principi del regno prima di lui
erano partiti su un bianco stallone. Allora prese un normale cavallo da guerra,
con il pelo corto e pezzato.
Partì per il
suo viaggio. Subito girò un po’ in tondo, non sapeva bene dove andare. Alla
fine, notò il cartello che indicava la direzione del vecchio castello e vi si
diresse.
Cavalcò
tutto il giorno senza sosta, attraversando boschi e villaggi del proprio regno,
ma appena calò la notte si arrestò.
Non ho intenzione di viaggiare giorno e
notte come tutti, rifletté, sennò
quando arrivo sono stanco morto e soprattutto mi vengono i reumatismi!
Legò il
cavallo ad un albero e si sdraiò lì vicino, dormendo tranquillo per tutta la
notte. La mattina dopo, ripartì ed il programma del giorno prima si ripeté per
una settimana. All’ottavo giorno, arrivò all’inizio del deserto. Non vi era
nulla che potesse segnare la strada. Se vi fosse entrato, si sarebbe
sicuramente perso.
Ma scusa, rimuginò tra sé, il deserto non è infinito… Qui inizia e da
qualche parte dovrà pur finire! Lo girerò seguendo i confini, no? Sarà più
lungo, ma meno pericoloso!
Così diresse
il cavallo verso destra e lo fece ripartire al galoppo. Dopo appena un’ora, trovò
effettivamente la fine del deserto. Con sua sorpresa, vide un bel sentiero
appena un po’ più in là, che continuava apparentemente per tutta la lunghezza
del deserto, in parallelo ad esso, subito prima di una foresta. Lo percorse,
mettendoci due giorni, sempre fermandosi per la notte, ed al terzo si ritrovò
in un villaggio vivace.
Ma… dove sono?, si chiese.
Scese dal
cavallo e si avvicinò ad una vecchietta che filava sulla porta di casa.
“Mi scusi signora…
Sono il principe Ettore. Mi domandavo dove sono! Devo andare fino al castello dove
è rinchiusa la principessa, come lo posso raggiungere da qui?”.
L’anziana
signora cominciò a ridere e si sporse dentro l’abitazione.
“Mella!
Vieni qui! Finalmente è arrivato un principe intelligente!”.
Cercando di
contenersi, si rivolse a lui, che la fissava infastidito.
“Mi scusi,
Mio Signore, ma deve sapere che Lei è il primo che giunge dal sentiero! Gli
altri attraversavano il lungo deserto, ma ovviamente quasi nessuno ne usciva
vivo! Poi tutti quelli che ce la facevano proseguivano per il sentiero dei burroni,
cercando di guadare la zona dei torrenti, inoltrandosi nella palude e, se
riuscivano, inerpicandosi sulla montagna! Pace all’anima loro, ma nessuno è
arrivato in fondo! Solo un giovanotto un paio di settimane fa, del quale però,
una volta entrato nel tunnel del drago, è rimasta solo metà armatura annerita, gettata
giù dal mostro perché non commestibile!”.
“Ma come…
non è quella la strada che va fatta per arrivare al castello?”, domandò Ettore,
spiazzato.
Una signora
di mezza età uscì dall’abitazione e gli sorrise con dolcezza sentendo la sua
domanda, mentre l’altra si rimetteva a ridere. Gli fece segno di seguirla.
“E’ una
strada”, disse l’ultima arrivata, “ma non l’unica! E’ solamente la più
pericolosa!”.
Lui la seguì
in silenzio, sbalordito. La donna lo condusse fino alla periferia del
villaggio, verso est. Lì vi era un altro sentiero, che procedeva in pianura.
“Guardi, Le
basta seguire sempre questa via! Corre parallela alla zona dei burroni e
finisce su un grande ponte che attraversa l’impetuoso fiume, formato
dall’unione dei torrenti! Al dì là di esso, la strada prosegue, completamente
bonificata, ma comunque occhio alle zanzare che sono fameliche, e termina alle
grandi scalinate delle fortezze montane! Ci impiegherà la metà del tempo, oltre
ad essere in completa sicurezza! Buon viaggio!”.
La donna gli
sorrise ancora e se ne andò. Lui la guardò allontanarsi e rimase lì, cercando
di capire. Esisteva veramente la strada alternativa? Gli sarebbe rimasto solo
il drago da affrontare? Sarebbe stato fantastico!
Decise di
fidarsi e ripartì.
Cavalcò per appena un’altra settimana, con
l’unico fastidio delle zanzare e del cibo che cominciava a scarseggiare,
giungendo senza intoppi alle Grandi Scalinate. Vi erano le fortezze militari
istituite per proteggersi da attacchi da parte del regno al di là della
montagna. Quando arrivò, gli si dimostrarono tutti cortesi, riempiendogli
addirittura la sacca con nuove provviste. Gli chiesero addirittura di sostare
un po’ con loro, era una rarità che qualcuno di tanto importante passasse in
quella zona. Lui ringraziò ma disse di no.
“Mi
dispiace, devo trovare un sentiero per salire sulla montagna ed andare a
salvare la principessa!”.
Dopo un
attimo di silenzio, le quattro guardie che lo avevano accolto cominciarono a
ridere come la vecchietta. Ettore si sentì terribilmente preso in giro.
“Che avete?”.
“Scusi
principe”, cominciò il più anziano dei quattro, “ma non Le serve un sentiero.
Basta che saliate le scale nella roccia fino alla fortezza centrale, vede,
quella lì a metà montagna. Può salire a cavallo, per sera Vi arrivate. Da lì, Vi
fate issare nel cesto delle provviste della principessa e Vi solleveranno fino alla fortezza sulla
vetta!”.
“Nel cesto
delle provviste della principessa…? Fortezza sulla vetta? Ma lei non è in un
castello decadente sorvegliato da un drago e tutt’attorno un lago di lava
ribollente?”.
Cercando di
trattenersi dal ridere nuovamente, l’uomo di prima continuò:
“Assolutamente
no! E’ nell’ultima fortezza! Siamo noi Guardie Basse, con cambio di turni con
le Guardie Alte, che la sorvegliamo, impedendole di scendere! E che la portiamo
nel tunnel ogni sera!”.
“Nel tunnel?
Ma non è dove abita il drago? Perché le impedite di scendere?”.
“No signore,
è ella stessa il drago! Il lago di lava l’ha formato lei al centro del tunnel, dalla
rabbia! Ve la portiamo prima che si trasformi e ve la leghiamo, poiché la
maledizione la fa divenire incontrollata! Il tunnel è fatto apposta per essere
piccolo alle entrate e alle uscite, così se anche rompesse le catene non potrebbe
scappare e distruggere il regno in un’ondata di pazzia”, aggiunse un altro
degli uomini, sorridendo.
Lui li fissò
quasi spaventato. Doveva salvare la principessa… da sé stessa? Come fai a non
farti ammazzare dal drago se non puoi ucciderlo perché è proprio chi devi
salvare? Gli altri ridacchiarono vedendo la sua espressione.
“Non si
preoccupi”, ricominciò il primo, “se alloggia la notte alla fortezza centrale,
arriverà da lei in tarda mattinata e non ci sarà nessun problema! La
maledizione ha effetto solo di notte”.
Ettore
annuì. Ok, c’era qualcosa che non tornava. Ma perché non dare loro retta? Al
massimo sarebbe tornato indietro a mani vuote. Li ringraziò della compagnia e
delle informazioni e, rimontato a cavallo, s’avviò per le scalinate. A sera arrivò
alla fortezza centrale e lì spiegò alla guardia del portone che voleva
alloggiare lì la notte e la mattina dopo farsi issare fino alla fortezza alta
per andare a salvare la ragazza. La guardia annuì con un sorriso.
“Finalmente!
Quella fanciulla era ormai inconsolabile! Soprattutto dopo che ha mangiato
l’ultimo arrivato!”.
Ettore
rabbrividì, ma cercò di non darlo a vedere. Dormì lì, dopo essersi ristorato
con un bagno caldo ed una cena abbondante, ed appena fu mattina salì nel grosso
cesto senza destriero, facendosi sollevare. Quando ne uscì, si guardò attorno.
C’era effettivamente un’altissima torre. Chiese alla guardia che si occupava
della carrucola dove fosse la principessa.
“Eccola, sta
arrivando, sono appena andati a riprenderla dal tunnel”.
Capperi, ma allora è vero, dicono tutti la
stessa cosa!, pensò un po’ allarmato. Ma ogni sconcerto, dubbio, paura o
altro sparirono quando si voltò e la vide arrivare. C’erano con lei una balia e
due guardie. Lei indossava una comoda veste dorata e ambrata. I suoi capelli,
con un taglio appena più lungo di uno a caschetto, erano marroni con sfumature
rosse e i suoi occhi di un blu intenso.
Era
veramente una bellissima ragazza, chiaramente focosa e con qualcosa di
selvaggio ed animalesco del drago nello sguardo e nel portamento. Ma gli
piacque subito.
Lei lo
guardò e si bloccò. Si fissarono per qualche momento in estasi, vittime di un
colpo di fulmine. Poi lei gli fu praticamente addosso, con un travolgente, caldo
e passionale bacio, ma d’amore. Lui ricambiò, sopportando una dolorosissima
scossa magica dalla lingua alla punta dei piedi, che non risparmiò dal male
nessun punto. Si allontanò stordito, mentre la ragazza sveniva, presa al volo
dalle guardie. La principessa riaprì gli occhi quasi subito e la balia si
avvicinò. Ettore si accorse solo allora che era la fata madrina di lei.
“Bene si è
rotto l’incantesimo, ma non serviva il bacio! Se mi davate un momento avrei
potuto spezzare l’incantesimo usando l’innamoramento della principessa Cecilia”.
La fissarono
entrambi, lei con gli occhi sbarrati dalla sorpresa, lui ancora dolorante e
furioso. Però poi la gioia di Cecilia esplose.
“Sì, evviva!!
Finalmente sono libera!! Posso tornare a casa!!”.
Si rivolse
verso Ettore con un sorriso.
“Grazie!”.
Gli si
appese al collo e lo baciò di nuovo. E questa volta andò decisamente meglio. In
fretta e furia, lei si fece portare i suoi oggetti personali, mentre il
principe meditava sulla situazione.
Non ho fatto nulla di valoroso… me la
lasceranno sposare lo stesso? Dato che tutti sembrano sapere che si può
arrivare qui senza rischio…
Fu proprio
in quel momento che la fata gli si accostò e lo osservò.
“Allora… ti
devo dare un aspetto credibile…”.
“Come?”.
“Certo, non
vorrai tornare indietro senza nessuna prova momentanea della tua fatica, no?”.
Non ebbe il
tempo di ribattere che la donna con i suoi poteri gli creò un paio di
ammaccature sull’armatura, gli sbrindellò l’orlo del mantello e fece uno
strappo sui pantaloni, con un taglio poco profondo alla stessa altezza sulla
gamba, ma per nulla doloroso.
“Ecco! Ora
puoi vantarti delle tue imprese!”.
Lui rimase
immobile, occhi e bocca spalancati d’incredulità. Non poté impedirsi di ridere.
La principessa, già pronta per la partenza, lo prese per un braccio e lo
trascinò via.
Nel giro di
tre settimane, furono al castello di lui, dove fu ricoperto di onori e gloria,
e venne celebrato il loro matrimonio.
Ai posteri
venne narrato come il valoroso e giovane principe affrontò sul suo bianco
destriero mille e più avversità, viaggiando ininterrottamente giorno e notte,
sconfiggendo senza difficoltà il drago e salvando la principessa da un orribile
destino di sonno eterno grazie ad un dolcissimo primo bacio di vero amore.
Quelli che
sapevano la verità vennero pagati per il loro silenzio e per essere i più
fervidi sostenitori di quelle storie d’avventura, e vissero tutti per sempre felici
e contenti.
Complimenti per il concorso!
RispondiEliminaLa fiaba è davvero divertente e mi è piaciuta la tua interpretazione! Bravissima!
P.S. Io gesticolo molto più di te, quando leggo! Ahahah!
Grazie Romina! Mi auguro solo di non averti fatto pietà! XD
EliminaP.S. Hahaha, bene! ;) Forse allora mi sarebbe servito! ;)
Se non mi fosse piaciuto, me ne sarei stata zitta e te ne avrei parlato in privato. Non è mia abitudine mentire!
EliminaSei veramente dolcissima. Grazie mille!
EliminaMaledette zanzare... zanzare ovunque! Povero principe!
RispondiEliminaMolto simpatica la tua fiaba, l'hai anche raccontata bene. Ti faccio anch'io i miei complimenti per il concorso.
Grazie mille Salomon! :)
EliminaComunque già... le zanzare son fameliche! ;)
Maria!!! Mi sono letta la tua favola e sono rimasta sorpresa, a parte che sei una mattacchiona e mi stai simpatica, quell'allegra danzetta mi è piaciuta molto! Non ho seguito tutto il video,mi perdonerai, non ho abbastanza tempo :D Mi è piaciuta molto la parte centrale della tua storia che il principe deve salvare la principessa da stessa e il suo lato selvaggio, che in realtà deve solo domare, ma mantenerlo ben integro! E' quello che infine ci salva dalle trappole! Brava!!! :D
RispondiEliminaOh, grazie!!! :D Ne sono felice! :)
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